“La vita è come il caffè:
puoi metterci tutto lo zucchero che vuoi,
ma se lo vuoi addolcire devi girare il cucchiaino.
A stare fermi non succede niente.”
Alex Zanardi
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Lascio la camera com’era quando era nei tuoi occhi
Pierluigi Cappello, da “Mandate a dire all’imperatore”
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Ho un rapporto strano con le porte
Paola Felice
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Della perduta vita non so niente
Francesco Scarabicchi, da “L’esperienza della neve”
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Io come te
“Io, come te,
amo l’amore, la vita, il dolce incanto
delle cose, il paesaggio
celeste dei giorni di gennaio.
Anche il mio sangue freme
e rido attraverso occhi
che hanno conosciuto il germinare delle lacrime.
Credo che il mondo è bello,
che la poesia è come il pane, di tutti.
E che le mie vene non finiscono in me
ma nel sangue unanime
di coloro che lottano per la vita,
l’amore,
le cose,
il paesaggio e il pane,
la poesia di tutti.”
Roque Dalton, “Io come te”, da “Il cielo per cappello”
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Immagine dal web
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Se non hai fretta
“Se non hai
tanta fretta
potresti renderti conto di molte più cose.
Se sei un uomo
scopriresti
che la donna che porti dentro sogna
di poter mettersi a piangere
e se sei una donna
che l’uomo che porti dentro sogna
di poter rendere conto
della tua fragilità sprecata
Scopriresti
che quasi tutto quello che rimproveri agli altri
è un rimprovero che hai evitato di farti
Se ti dessi il tempo di contemplare
il tappeto del paesaggio che hai tessuto con la tua vita
potresti scoprire molti sentieri che hai saltato
ai quali non potrai tornare
E forse grazie alla tua scoperta
smetteresti di far correre il giorno
per raggiungere velocemente la notte
smetteresti di scavalcare l’inverno
per arrivare in fretta all’estate
e con questo sapere
allungheresti in modo considerevole la tua vita.
Maria Wine, “Se non hai fretta”
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La vita
“La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla
nel vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.”
Wislawa Szymborska, “La vita”
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Una vita all’istante
“Una vita all’istante
spettacolo senza prove.
Corpo senza modifiche.
Testa senza riflessione.
Non conosco la parte che recito.
So solo che è la mia, non mutabile.
Il soggetto della pièce
va indovinato direttamente in scena.
Ma preparata all’onore di vivere,
reggo a fatica il ritmo imposto dall’azione.
Improvviso, benché detesti improvvisare.
Inciampo a ogni passo nella mia ignoranza.
Il mio modo di fare sa di provinciale.
I miei istinti hanno del dilettante.
L’agitazione, che mi scusa, tanto più mi umilia.
Sento come crudeli le attenuanti.
Parole e impulsi non revocabili,
stelle non calcolate,
il carattere come un cappotto abbottonato in corsa –
ecco gli esiti penosi di tale fulmineità.
Poter provare prima, almeno un mercoledì,
o replicare ancora una volta, almeno un giovedì!
Ma qui già sopraggiunge il venerdì
con un copione che non conosco.
Mi chiedo se sia giusto
(con voce rauca,
perché neanche l’ho potuta schiarire tra le quinte).
Illusorio pensare che sia solo un esame superficiale,
fatto in un locale provvisorio. No.
Sto sulla scena e vedo quant’è solida.
Mi colpisce la precisione di ogni attrezzo.
Il girevole è già in funzione da tempo.
Anche le nebulose più lontane sono state accese.
Oh, non ho dubbi che questa sia la prima.
E qualunque cosa io faccia,
si muterà per sempre in ciò che ho fatto.”
Wislawa Szymborska, “Una vita all’istante”
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Keith Haring, “L’albero della vita”, 1984
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Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord
“Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dei per via dall’Est all’Ovest.
Mi si è spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi è sprofondata nel mare un’isola, e un’altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno più e più volte.
Da tempo ho chiuso su tutto ciò il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.
Perduto, smarrito, ai quattro venti se n’è volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che è restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l’ombrello sul treno.”
Wislawa Szymborska, “Discorso all’ufficio oggetti smarriti”
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C’è chi
“C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.
E’ tutto in ordine dentro e attorno a lui.
Per ogni cosa ha metodi e risposte.
E’ lesto a indovinare il chi il come il dove
e a quale scopo.
Appone il timbro a verità assolute,
getta i fatti superflui nel tritadocumenti,
e le persone ignote
dentro appositi schedari.
Pensa quel tanto che serve,
non un attimo di più,
perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.
E quando è licenziato dalla vita,
lascia la postazione
dalla porta prescritta.
A volte un po’ lo invidio
– per fortuna mi passa.”
Wislawa Szymborska, “C’è chi”
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Foglietto illustrativo
“Sono un tranquillante,
Agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all’udienza,
incollo con cura le tazze rotte –
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d’acqua.
So come trattare l’infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l’ingiustizia,
rischiarare l’assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti –
fidati della pietà chimica.
Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?
Consegnami il tuo abisso –
lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata) per la caduta in piedi.
Vendimi la tua anima.
Un altro acquirente non capiterà.
Un altro diavolo non c’è più.”
Wislawa Szymborska, “Foglietto illustrativo”
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Contano i legami
“Non sai bene se la vita è viaggio,
se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno
dopo giorno e non te ne accorgi
se non guardando all’indietro. Non sai se ha senso.
In certi momenti il senso non conta.
Contano i legami.”
Jorge Luis Borges, “Contano i legami”
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Le grazie del quotidiano
“In memoria di Rainer Brambach
Vedere, d’inverno,
alzarsi da un bosco una colonna di fumo
come se uno spirito
facesse a un altro un segno.
Non poter contare i gabbiani
sul campo di nebbia dissodato,
pensare al cammino dell’acqua,
al tempo delle pietre –
Entrare col gelo tra le ciglia
in una stanza dove arde il fuoco,
scaldarsi le mani sulla teiera,
dare ascolto al cuore
fuori di sé
per null’altro che la vita
cosíìbreve,
che ci ricorda che
prima che fosse tardi
abbiamo visto le stelle
Gemma, Capella,
rabbrividendo di notte
accanto alla stufa spenta
mentre il vento
batteva alla finestra
e in un cielo
come di ghiaccio chiaro
agli alberi cresceva
una corona di neve.”
Erika Burkart, “Le grazie del quotidiano”
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Edvard Munch, “La danza della vita”, 1899-1900
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Ho un fiore in mano forse
“Ho un fiore in mano forse.
Strano.
Nella mia vita deve esserci
stato un giardino un tempo.
Nell’altra mano stringo
una pietra.
Con fiera grazia.
Nessun sospetto
per preavvisi di mutamenti,
sentore di difese piuttosto.
Nella mia vita deve esserci
stata ignoranza un tempo.
Sorrido.
La curva del sorriso,
il cavo del mio umore
somiglia a un arco ben teso,
pronto.
Nella mia vita deve esserci
stato un bersaglio un tempo.
E predisposizione a vincere.
Lo sguardo affondato
nel peccato originale:
assapora il frutto proibito
dell’attesa.
Nella mia vita deve esserci
stata fede un tempo.
La mia ombra, nient’altro che un gioco del sole.
Addosso un’uniforme d’incertezza.
Non ha ancora fatto in tempo ad essermi
compagna o delatrice.
Nella mia vita deve esserci
stata abbondanza un tempo.
Tu non ci sei.
Ma se c’è un precipizio del paesaggio
se io sto sull’orlo
con un fiore in mano
e sorrido,
vuol dire che da un momento all’altro arriverai.
Nella mia vita deve esserci
stata vita un tempo.”
Kiki Dimoula, “Ho un fiore in mano forse”
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Ciascuno porta un ricordo palpabile
“Ciascuno
porta un ricordo palpabile,
un sasso, una libellula disseccata,
un pezzo di legno di una nave
naufragata da tempo.
Ciascuno
porta il proprio tempo
tra le ciglia,
un dolore accumulato
tra le cornici dell’esistenza.”
Carmen Yanez, da “Latitudine dei sogni”
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Oltre il giardino
“Ho ritrovato
il libretto di istruzioni
per l’uso della vita
tra le nuvoli più soffici
del mio cassetto …
mille pensieri
e un numero crescente di fate,
oltre il giardino.
Ero nato
su un letto di emozioni
con quel dono
d’infinita pace in mano
ma non so come
e per colpa di chi l’avevo perso …
In ogni pagina dorata
nulla di diverso,
le stesse , identiche parole:
“Non allentar mai la corda,
non c’è nulla che pesa e vale
ricorda …
la vita è uno stato mentale “.
Carlo Bramanti, “Oltre il giardino”
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Un’antica promessa
“Forse la vita è nel mio sfidare
le correnti,
sopra le voci esili della luce,
nell’ultimo canto di una stagione
confusa.
Passano ombre dentro i miei giorni
come mani affamate di speranza.
Cerco di non abbandonarmi
tra le pareti di un silenzio ingombrante
e raccolgo tutto il bene
che la terra mi offre.
Attraverso lo specchio dell’anima
riconosco il mio umile respiro,
sono ad un passo dal destino.
Ecco la luna che mi cammina
accanto, ecco le ali di un fratello
candido.
Tornano i miei cari a cullare
il mio pianto,
ricomincio a giocare con il ventre
del tempo.
Scopro che l’esistere assomiglia
ad una lunga strada di nuvole,
è un’antica promessa che non
si può fermare.”
Michela Zanarella, “Un’antica promessa”
*****
Pablo Picasso, “La vita”, 1903
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Perché vivo
“Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.
Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende piú squallide.
Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.
Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.”
Angelo Maria Ripellino, da “Non un giorno ma adesso” (1960)
*****
La vita nuova
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Banksy, 2008
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Per evolversi la vita deve fare male
“Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita,
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto) non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: — È oggi —
ad ogni giorno che tramonta io dico:
— Sarà domani. — Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.”
Ada Negri, “Il dono”
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Seguo questo corso di sabbia
“Seguo questo corso di sabbia che scorre
tra i ciottoli e la duna
la pioggia d’estate piove sulla mia vita
su me la mia vita che mi sfugge mi insegue
e finirà il giorno del suo inizio.
Caro istante ti vedo
in questa tenda di bruma che indietreggia
dove non dovrò più calpestare quelle lunghe soglie mobili
e vivrò il tempo di una porta
che si apre e si richiude.”
Samuel Beckett, “Seguo questo corso di sabbia”
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Il moto delle cose
“Come chi, ferito
a morte dalla vita, dalla storia, all’improvviso
si sveglia, è un mattino di luce che tripudia
nell’anfora – scura, severa –
delle stanze, vede
il celeste del tempo che spiove
da un pertugio di persiana, è la polvere
del mondo che si accende, si sperpera
in baluginii di ambra
com’è dolce, pensa, il fiore
neghittoso dell’esistere, e si siede,
contempla
la teoria semplice delle cose, le sue,
che furono, una per una – lumi ombre disfatte –
sospese
nella loro formula di caso
e di ordine,
e ride”
Giancarlo Pontiggia, da “Il moto delle cose”
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Non lo saprà nessuno
“Non lo saprà nessuno.
Che abbiamo vissuto,
che abbiamo toccato le strade coi piedi
che andavamo allegri,
non lo saprà nessuno.
Che abbiamo guardato il mare
dai finestrini dei treni,
che abbiamo respirato
l’aria che si posa
sulle sedie dei bar,
non lo saprà nessuno.
Siamo stati
sulla terrazza della vita
fintanto che sono arrivati gli altri.”
Nino Pedretti, da “Poesie in dialetto romagnolo”
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Essere vivi
“Essere vivi
essere vivi ora
vuol dire avere sete
essere abbagliati dal sole fra gli alberi
ricordare all’improvviso una melodia
starnutire
tenerti per mano
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire minigonna
un planetario
Johann Strauss
Picasso
le Alpi
vuol dire imbattersi in tutte le cose belle
e poi
essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire poter piangere
poter ridere
potersi arrabbiare
vuol dire libertà
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora
la terra che sta girando ora
da qualche parte il primo vagito che si alza ora
da qualche parte un soldato ferito ora
è un’altalena che dondola ora
è l’ora che passa ora
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire il battito d’ali degli uccelli
vuol dire il fragore del mare
il lento procedere di una lumaca
vuol dire gente che ama
il tepore della tua mano
vuol dire vita.”
Shuntarō Tanikawa, “Essere vivi”
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Ginnastica mattutina
“Mi sveglio e dico: sono perduta.
È il mio primo pensiero all’alba.
Comincio bene la giornata
con questo pensiero assassino.
Signore, abbi pietà di me
– è il secondo, e poi
scendo dal letto
e vivo come se
nulla mi fosse accaduto.”
Nina Cassian, “Ginnastica mattutina”, da “C’è modo e modo di sparire”
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Il valore della vita
“Il valore della tua vita non sta in ciò che sai,
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che sai;
puoi conoscere tante cose, ma se non riesci ad
amarle, il tuo sapere non vale nulla, e la tua vita
non vale nulla.
Il valore della tua vita non sta in ciò che
hai, ma in ciò che sei;
perché in realtà nessuno ha niente.
L’unica cosa che si può avere è … se stessi,
se hai te stesso hai tutto il mondo,
e la tua vita vale più del mondo.
Il valore della tua vita non sta in ciò che
pensi, ma in ciò che fai;
puoi pensare tutto il bene del mondo,
ma se non ti adoperi per farne almeno un po’,
è come se pensassi il male,
e la tua vita non vale nulla.
Il valore della tua vita si misurerà quando
starai per perderla.
Se lascerai il mondo un pochino migliore
di come lo hai trovato … allora sarà grande.”
Omar Falworth, “Il valore della vita”
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Elegia
“Che fare con la consapevolezza
che il nostro vivere non è garantito?
Forse un giorno toccherai il giovane ramo
di qualcosa di splendido. E crescerà e crescerà
nonostante i tuoi compleanni e il certificato di morte,
e un giorno darà ombra alle teste di qualcosa di splendido
o renderà se stesso utile al nido. Esci
da casa tua, dunque, credendoci.
Niente altro importa.
Ovunque sopra di noi è il toccarsi
di estranei e parrocchetti,
alcuni tra loro umani,
alcuni tra loro non umani.
Dammi retta. Ti dico
una cosa vera. Questo è l’unico regno.
Il regno del toccare;
i tocchi del disapparire, delle cose che scompaiono.”
Aracelis Girmay, “Elegia”
*****
La vita in prosa
“Diventerà un appuntamento
tra le tue pagine preferite
il conoscersi
il voler saper delle proprie vite
vedrai recitare una parte
che ti compete che ti si addice
scivolerò piano
nel tragitto breve
tra l’occhio e la mente
dapprima ti sembrerà niente
poi parola per parola
ti approprierai di me
e scaverai fino a trovare il seme
il tratto che ci unisce.”
Cinzia Demi, da “Il tratto che ci unisce”
*****
Autocoscienza romagnola IV
La vita… è ricordarsi di un risveglio
La vita… è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all’alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell’aria pungente.
Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l’azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore.
Sandro Penna, “La vita… è ricordarsi di un risveglio”
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Vivendo per capire perché vivo
Saggezza
“Quando avrò smesso di spezzarmi l’ali
contro l’insufficienza d’ogni cosa
e imparato che dietro ogni cancello
duro ad aprirsi un compromesso aspetta,
quando saprò guardare fissa in volto
la vita senza scosse, fredda e calma,
lei mi darà la Verità – un gran dono –
e in cambio avrà da me la giovinezza.”
Sara Teasdale, “Saggezza”, da “Gli amorosi incanti”
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Cerchi che si tendono sempre più ampi
“Cerchi che si tendono sempre più ampi
sopra le cose è la mia vita.
Forse non chiuderò l’ultimo,
ma voglio tentare.
Giro attorno a Dio, all’antica torre,
giro da millenni;
e ancora non so se sono un falco, una tempesta
o un grande canto.”
Rainer Maria Rilke, da “Il libro d’ore”
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“La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.”
Madre Teresa di Calcutta
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Abbiamo nel cuore un solitario amore
“Abbiamo nel cuore un solitario
amore, nostra vita infinita,
e negli occhi il cielo per nostro vario
cammino. Le spiagge i cieli, la riva
su cui sassi e rovi e il solitario
equiseto, e colli erbosi grassi
rioni, città dispiegate come
belle bandiere, e nude prigioni.
Questa è la nostra vita. Questi nostri
volti vagabondi come musi
di cani ci somigliano. Il vento
il sole le corolle rosse e blu,
i sogni mai sognati i nostri sogni.
Questa è la nostra vita e nulla più.”
Beppe Salvia, da “Un solitario amore”
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L’unica via
“Non si arriva ad una meta se non per ripartire
e là dove siamo ora non è che una tappa del nostro cammino
con la certezza che ogni sera è la promessa di un’aurora
conta i fiori del tuo giardino mai le foglie che cadono
conta le ore della tua giornata dimentica le nuvole
conta le stelle delle tue notti non le tue ombre
conta i sorrisi della tua vita non le lacrime
e ad ogni compleanno conta con gioia la tua età
dal numero degli amici non da quello degli anni
che piccola cosa è una vita
la mia, la tua, come tutte
è una goccia
e che si perda in un mare d’amore
è l’unica via
altrimenti è una goccia sprecata
troppo piccola per essere felice da sola
troppo grande per accontentarsi del nulla.”
Anonimo
*****
Fernando Pessoa (Álvaro de Campos), da “Dattilografia”
*****
Diventerà un appuntamento