Magazzino Memoria

Memorie del ’68

11.11.2021
“Anni di piombo, Corpi separati, Stragi di stato, Eversione, Repressione, Terrorismo, Emergenza… o al contrario: Gli anni più belli della nostra vita, Trasformazione radicale della vita quotidiana, Utopia, Bisogno di comunicazione, Rivoluzione sessuale, Lotta armata ecc.
E poi ancora: Mondo Beat, Hippies, Situazionisti, Movimento studentesco, Potere operaio, Lotta continua, Maoisti, Consiliari, Anarchici, Autonomi…
Dietro tutte queste definizioni, la vita di migliaia, di centinaia di migliaia di individui in due decenni che hanno scavato fino alle fondamenta i pilastri apparentemente immutabili della società italiana. Dopo questa enorme e profonda esperienza collettiva, niente può più essere considerato uguale a prima.
Per ridimensionare questa grande ondata rivoluzionaria e creativa, politica ed esistenziale, c’è voluto (e per la prima volta nella storia del dopoguerra) la grande alleanza di tutto il sistema dei partiti, l’uso di tutti i corpi militari, una modifica radicale dello “stato di diritto”, la trasformazione della magistratura in braccio secolare del potere politico e degli interessi della borghesia industriale (e non).
A supporto del consenso, l’intero arco dei mass media, che rivendicavano la tradizione del “journalist-policier” dell’inizio del secolo. Tutti protesi a dimostrare che, perché nulla cambiasse, si trattava di “eliminare” una minoranza irrilevante di esaltati deliranti, separati dalla realtà e manovrati da poteri occulti. A difesa della verità e dei diritti, una straordinaria pattuglia di avvocati intelligenti e probabilmente irripetibili, uno sparuto gruppo di “garantisti”, i resti generosi dei movimenti politici.
Quarantamila denunciati, quindicimila “passati” dalle carceri, seimila condannati, quasi sempre senza nessuna garanzia del diritto di difesa. Queste le aride cifre finali e contabili della brillante operazione di difesa della “democrazia”. Dietro le cifre, le “carceri speciali”, la tortura, l’isolamento, la parte migliore di due generazioni ricondotta al silenzio, costretta all’esilio, o “restituita” alla società dopo essere stata umiliata nella sua identità.”

Nanni Balestri e Primo Moroni, da “L’orda d’oro 1968-1977”

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