Emil Cioran, da “Sommario di decomposizione”, 1949
Abdulrazak Gurnah, da “Il Disertore”
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Yannis Ritsos, “Ritorno”, da “Molto tardi nella notte”, 1991
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Hermann Hesse, da “Il lupo della steppa”
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Angelus Silesius
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“L’uomo, questo sventurato, non conosce se stesso. È giunto da uno stato eletto ed è caduto in uno stato vile. Si è venduto a buon mercato. Per paura della sofferenza è nell’essenza stessa della sofferenza; inseguendo l’esistenza è caduto nella non-esistenza. La cecità originaria del suo cuore è lo schermo che gli impedisce di vedere la verità. L’immaginazione cade nell’errore e nell’inganno, l’intelligenza si dedica ad atti di percezione autentica. L’uomo ha riempito il lembo della sua veste con i sassi di questo mondo, immaginandoli pietre d’argento e d’oro, come fanno i bambini. Dato che questo argento e questo oro immaginari non sono veri, la veste della sua sincerità è stata strappata e il suo dolore è aumentato.”
Jalāl al-Dīn Muḥammad Rūmī
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Bruce Chatwin, da “Le Vie dei Canti”
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“Questo è uno di quei casi in cui il medico, cosciente della propria assoluta impotenza di fronte alla situazione, sente il desiderio di un cambiamento radicale, qualcosa che sopprima l’ingiustizia che ha imposto alla povera vecchia di fare la serva fino al mese prima per guadagnarsi da vivere, affannandosi e soffrendo, ma tenendo fronte alla vita con fierezza. […] è ora che i governanti dedichino meno tempo alla propaganda delle qualità del loro regime e più denaro, moltissimo denaro in più, per la realizzazione di opere di utilità sociale.“
Ernesto Che Guevara, da “Latinoamericana”
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Ernesto Che Guevara
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“L’ultima rivoluzione rimasta in sospeso è quella dell’immaginario: dobbiamo essere capaci di immaginare in quale mondo e società vogliamo vivere, e se vogliamo essere cittadini o consumatori.”
Luis Sepulveda
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“Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; noi vogliamo che gli uomini, affratellati da una solidarietà cosciente e voluta, cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il medesimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza”
Errico Malatesta
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Street Artist Banksy
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“L’economia mondiale è la più efficiente espressione del crimine organizzato. Gli organismi internazionali che controllano valute, mercati e credito praticano il terrorismo internazionale contro i paesi poveri e contro i poveri di tutti i paesi con tale gelida professionalità da far arrossire il più esperto dei bombaroli.”
Eduardo Galeano
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Carl Gustav Jung
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“La civiltà contemporanea vuole degli automi. E le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi, a pezzi di macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo né come uscirne, e neppure se ci sarà una fine o un’uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell’uomo non fa che aumentare. L’uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene: incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere ad un uomo.”
Georges Ivanovič Gurdjieff
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Mauro Biani
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Bertolt Brecht, da “L’eccezione e la regola”
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Bertolt Brecht, da “L’eccezione e la regola”, 1961
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René Magritte, “L’assassino minacciato”, 1926
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Antonio Gramsci
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“Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate – virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. – tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà morale e fisica viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore.”
Karl Marx, da “Miseria della filosofia”, 1847
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“Esiste un mondo che non vediamo.
Lo abitano le persone gentili, gli sconfitti per il mondo e i sognatori.
È un luogo di piccole cose, di profili sottili, di ombre.
Gli unici suoni che si sentono sono i respiri e anche questi sono trasparenti come tutto il resto.
Questo mondo veste il nostro con un velo così impalpabile che basta uno sbuffo o uno sguardo scocciato per spingerlo da parte e un sorriso o un cenno per farlo ritornare.
I gentili, gli sconfitti e i sognatori sono creature leggere come nebbia. Sono tessuti attorno al mondo come fili di ragnatela e lo tengono assieme.
State attenti quando camminate e a quello che dite, perché senza questa rete il loro mondo potrebbe svanire, e il nostro con il loro.”
Filippo Tapparelli
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“La nostra società è disfatta, e la borghesia è morta, il teatro non esiste più, l’erotismo è stato fagocitato dal consumismo, ci hanno anestetizzato, imbottito di tranquillanti, sono riusciti a non farci più reagire. Hanno proprio vinto gli imbecilli, gli idioti.”
Carmelo Bene
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William Shakespeare, da “Re Lear”, Atto IV, Scena 1
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“Il vocabolo crisi indica oggi il momento in cui medici, diplomatici, banchieri e tecnici sociali di vario genere prendono il sopravvento e vengono sospese le libertà. Come i malati, i paesi diventano casi critici. Crisi, la parola greca che in tutte le lingue moderne ha voluto dire «scelta» o «punto di svolta», ora sta a significare: «Guidatore, dacci dentro!». […]
Ma «crisi» non ha necessariamente questo significato. Non comporta necessariamente una corsa precipitosa verso l’escalation del controllo. Può invece indicare l’attimo della scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente all’improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si è rinchiusa e della possibilità di vivere in maniera diversa. Ed è questa la crisi, nel senso appunto di scelta, di fronte alla quale si trova oggi il mondo intero.”
Ivan Illich, da “La disoccupazione utile e i suoi nemici professionali”
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“La malattia più pericolosa per la specie umana, non è né il cancro né le malattie cardiovascolari, come cercano di farci credere, ma il senso delle gerarchie, tutte le gerarchie. Non c’è guerra in un organismo perché nessun organo cerca di dominare l’altro, di comandarlo, di essergli superiore. Tutti funzionano in modo da far sopravvivere l’organismo. Quando mai capiranno gli uomini che il loro scopo è la sopravvivenza dell’insieme e non l’affermazione della loro dominanza sugli altri? Nessuno, da solo, rappresenta la specie e nessuno ha il monopolio della verità.”
Henri Laborit, “Elogio della fuga”, 1976
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“Viviamo in tempo di ideologie,
c’è estremo bisogno di cose Alte, c’è bisogno del senso religioso e spiritualità, di approccio mistico.
Dobbiamo ripristinare il rapporto con l’Assoluto, tornando all’Invisibile.
Dobbiamo rimettere nell’economica il rapporto con l’Invisibile.”
Valentino Zeichen, da “Viviamo in tempo di ideologie”
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“L’uomo si distrugge con la politica senza princìpi, col piacere senza la coscienza, con la ricchezza senza lavoro, con la conoscenza senza carattere, con gli affari senza morale, con la scienza senza umanità, con la fede senza sacrifici.”
Mahatma Gandhi
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Edvard Munch, “Ceneri”, 1894-1895
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“Le epoche più gloriose nella storia di ogni cultura sono quelle di apertura verso gli altri popoli.“
Cvetan Todorov
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“Quando l’ultima fiamma sarà spenta, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce catturato, solo allora capirete che non si può mangiare denaro.”
Tȟatȟaŋka Iyotȟaŋka – Toro Seduto
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Pier Paolo Pasolini, da “La Rabbia”, 1962
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Il mondo non ha bisogno né della tua vendetta, né del tuo stare sulla difensiva.Sii quella luce che avresti voluto accendere quando eri al buio.”
Gloria Momoli
“Il nostro atteggiamento razionalistico ci porta a credere di poter operare meraviglie con organizzazioni internazionali, legislazioni e altri sistemi ben congegnati. Ma in realtà solo un cambiamento dell’atteggiamento individuale potrà portare con sé un rinnovamento dello spirito delle nazioni. Tutto comincia con l’individuo.“
Carl Gustav Jung
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“Per coloro che non sono capaci di credere, ci sono i riti; per coloro che non sono capaci di ispirare rispetto da sé, c’è l’etichetta; per coloro che non sanno vestirsi, c’è la moda; per coloro che non sanno creare, ci sono le convenzioni e i clichés.
Ecco perché i burocrati amano i cerimoniali, i preti i riti, i piccoli borghesi le convenienze sociali, i bellimbusti la moda, e gli attori le convenzioni teatrali, gli stereotipi e un intero rituale di azioni sceniche.”
Konstantin Sergeevič Stanislavskij
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“Sai cos’è la plebe?”. “Sì, maestra”. Cos’era la plebe lo seppi in quel momento, e molto più chiaramente di quando anni prima la Oliviero me l’aveva chiesto. La plebe eravamo noi. La plebe era quel contendersi il cibo insieme al vino, quel litigare per chi veniva servito per primo e meglio, quel pavimento lurido su cui passavano e ripassavano i camerieri, quei brindisi sempre più volgari. Ridevano tutti, anche Lila, con l’aria di chi ha un ruolo e lo porta fino in fondo.”
Elena Ferrante, da “L’amica geniale”, 2011
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In evidenza: Foto di Federica Cavallo