Affabulazioni

Cappuccetto rosso

01.03.2024
– Nonna, dov’è il sacchetto delle provviste?
– Per la notte, Cappuccetto, l’ho calzato in testa.
– Nonna, dov’è l’amato cacciatore?
– Dentro la mia pancia, che vuole farmi fuori.
– Nonna, che parole senza per favore!
– È per sentirmi meglio imperatore.
– Nonna, che lamenti lunghi!
– Ho ingoiato velenosi funghi.
– Nonna, che sonno leggero!
– Di controllare tutto spero.
– Nonna, non mi chiami più nipote!
– Sono il lupo, da quando non ho più salute.
– Nonna, chi ha mangiato il pranzo?
– Non te ne ho lasciato neppure un avanzo.
– Nonna, non eri tu che mi preparavi le torte?
– Sì, ma adesso penso solo alla mia morte.
Annalisa Alleva, da “Raperonzola e altre poesie”, in “Fili d’aquilone”, n. 22, aprile/giugno 2011
C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso. Un giorno la mamma le disse: “Vai nel bosco a portare da mangiare alla nonna. Prendi la strada della quercia grande e poi il bivio che va nella foresta.”
“Da che parte?”
“Non puoi sbagliarti. Dalla parte dove tieni la forchetta e il cucchiaio.”
Cappuccetto Rosso andò, non incontrò mai nessun lupo e la favola finisce qui.
Cappuccetto Rosso era mancina.
Stefano Benni

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