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Sono don Chisciotte e la mia professione è quella di cavaliere

17.08.2019

Sono don Chisciotte, e la mia professione è quella di cavaliere. Le mie leggi sono sciogliere i torti, elargire il bene ed evitare il male. Fuggo dal dono della vita, dall’ambizione e dall’ipocrisia, e cerco per la mia gloria il sentiero più angusto e difficile. È forse da sciocchi?

Miguel de Cervantes, da “Don Chisciotte della Mancia

 

Pablo Picasso, Don Chisciotte“, schizzo del 1955

 

“Sappi, o Sancho, che un uomo non è superiore a un altro, se non fa più dell’altro.
Tutte queste burrasche che ci capitano son segni che presto il tempo dovrà voltare a sereno e le cose dovranno andarci bene; perché non è possibile che il male e il bene siano durevoli, e da ciò consegue, che essendo durato molto il male, il bene è ormai vicino.”
 
Miguel de Cervantes, da “Don Chisciotte della Mancia”
 
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“So solamente che fintanto che dormo, non sento né timori, né speranze, né fatiche, né gloria. Benedetto chi inventò il sonno! È una cappa che copre tutti i pensieri, un vitto che leva la fame, un’acqua che estingue la sete, un fuoco che toglie il freddo, un affresco che tempera il caldo, e finalmente una moneta con cui si compra ogni cosa, una bilancia su cui si eguagliano il pastore col re, lo stolto col saggio, come ho sentito dire, ed è che somiglia alla morte, perché tra un addormentato e un morto c’è poca differenza.”
 
Miguel de Cervantes, da “Don Chisciotte della Mancia”
 
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Don Chisciotte della Mancia

“A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.
Ai pazzi per amore, ai visionari,
a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti.
Agli uomini di cuore,
a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai “vincibili” dunque, e anche
agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali,
ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene…
A tutti i teatranti”

Miguel de Cervantes, da “Don Chisciotte”

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Salvador Dalì, “Don Chisciotte”

 

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Don Chisciotte

“Il cavaliere dell’eterna gioventù
seguì, verso la cinquantina,
la legge che batteva nel suo cuore.
Partì un bel mattino di luglio
per conquistare, il bello, il vero, il giusto.
Davanti a lui c’era il mondo
con i suoi giganti assurdi e abbietti
sotto di lui Ronzinante
triste ed eroico.

Lo so quando si è presi da questa passione
e il cuore ha un peso rispettabile
non c’è niente da fare, Don Chisciotte,
niente da fare
è necessario battersi
contro i mulini a vento.

Hai ragione tu, Dulcinea
é la donna più bella del mondo
certo
bisognava gridarlo in faccia
ai bottegai
certo
dovevano buttartisi addosso
e coprirti di botte
ma tu sei il cavaliere invincibile degli assetati
tu continuerai a vivere come una fiamma
nel tuo pesante guscio di ferro
e Dulcinea
sarà ogni giorno più bella.”

Nazim Hikmet, “Don Chisciotte”

 

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“Non muoia, signor padrone, non muoia. accetti il mio consiglio, e viva molti anni, perché la maggior pazzia che possa fare un uomo in questa vita è quella di lasciarsi morir così senza un motivo, senza che nessuno lo ammazzi, sfinito dai dispiaceri e dall’avvilimento. Su, non faccia il pigro, si alzi da questo letto, e andiamocene in campagna vestiti da pastori come s’è fissato, e chi sa che dietro a qualche siepe non si trovi la signora Dulcinea disincantata, che sia una meraviglia a vedersi.”
 
Miguel de Cervantes, da “Don Chisciotte della Mancia”, 1605-1615

 

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Per amore mio

“Ragazza noi siamo bugie del tempo
Appesi come foglie al vento di Mistral
Non eri ancora nata e già ti avevo dentro
Come stanotte in questa casa di Alcazar

Ma più bello di averti è quando ti disegno
Niente ha più realtà del sogno
Il mondo non esiste
Il mondo non è vero
E ho sognato di me
 
Per amore, solo per amore
Dei miei occhi, delle mie parole
Con la frutta marcia fra le mani
Con la donna che non c’è domani
 
Per amore, solo per amore
Del bambino perso sulle scale
Per tenermi se le gambe tremano
E vedere dove gli altri guardano
No, Sancho non muore
 
Ho combattuto il cuore dei mulini a vento
Insieme a un vecchio pazzo che si crede me
Ho amato Dulcinea insieme ad altri cento
Ho cantato per lei, ma perché?
 
In un paese d’ombre fra la terra e il cielo
Ora sogno di te
 
Per amore, solo per amore
Dei miei gesti, delle mie parole
Delle notti che me li confondo insieme
E del vino lento fiume nelle vene
 
Per amore, solo per amore
Di quel viso che non può tornare
Della stella che non può cadere giù
La tua mano che non sa tenermi più
 
Per amore, solo per amore mio
Ho giocato sempre a strabiliare
Per amore, solo per amore mio
Dietro un velo che non puoi arrivarci tu
 
Per amore, solo per amore mio
Per amore solo per amore mio
Per amore, solo per amore
Per amore, solo per amore mio”
 
Roberto Vecchioni, “Per amore mio”
 
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Don Chisciotte
 
[Don Chisciotte]

“Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto
d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l’ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l’accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpirò con la mia lancia l’ingiustizia giorno e notte,
com’è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte…”

[Sancho Panza]

“Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore…
È la più triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E così da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che è il più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini…
È un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:
io che sono più realista mi accontento di un castello.
Mi farà Governatore e avrò terre in abbondanza,
quant’è vero che anch’io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza…”

[Don Chisciotte]

“Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora:
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri!
L’ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l’anima dell’uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fa d’ombra e s’ingarbuglia la matassa…”

[Sancho Panza]

“A proposito di questo farsi d’ombra delle cose,
l’altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non è vero, mio Signore?
Io sarò un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo, com’è vero… che ora ho fame!”

[Don Chisciotte]

“Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch’io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l’apparenza delle cose come vedi non m’inganna,
preferisco le sorprese di quest’anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d’oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire…”

[Sancho Panza]

“Mio Signore, io purtroppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il “capitale”, oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al “potere” dare scacco e salvare il mondo intero?”

[Don Chisciotte]

“Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perché il “male” ed il “potere” hanno un aspetto così tetro?
Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà?”

[Insieme]

“Il ‘potere’ è l’immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:
siamo i ‘Grandi della Mancha’,
Sancho Panza… e Don Chisciotte!”
 
Francesco Guccini, “Don Chisciotte”
 
 
*****

“Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.”

Fernando Arrabal, da “Uno schiavo chiamato Cervantes”

 

 

Immagine: Honoré Daumier, “Don Quixote”, 1870

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