Riflessioni

Dedicato a Giovanna Botteri

05.05.2020

Si chiama “body shaming” ed è una nostra vecchia conoscenza, a dispetto del nome. Chi di noi non è stato deriso, almeno una volta nella vita, per qualche ipotetico “difetto”? Difetti che poi, esattamente come la bellezza, esistono solo negli occhi di chi guarda.
Il body shaming è ancora più grave quando colpisce chi non ha gli strumenti intellettuali per difendersi. Più grave e, se possibile, anche più subdolo, quando ha per oggetto la donna: per “oggetto“, appunto, cioè riducendola a “cosa“, cercando di stereotiparne l’immagine a quella delle copertine dei giornali di moda, snaturandola e spersonalizzandola fino a ridurla ad una “Barbie“.
E purtroppo qualche responsabilità grava anche su noi donne, quando accettiamo e arriviamo a trovare “naturale” il fatto di essere giudicate in base all’aspetto esteriore…

Ultimamente il body shaming è toccato a lei, la giornalista Giovanna Botteri.

Chi è Giovanna Botteri?

Leggo:

Laurea in Filosofia.
Inviata speciale nei più importanti avvenimenti internazionali (crollo dell’Unione Sovietica, guerra in Croazia e in Bosnia, assedio di Sarajevo, dove ha filmato l’incendio della Biblioteca Nazionale, la strage del pane, il massacro di Srebrenica. E poi ancora in Algeria, in Iran, in Sudafrica, in Albania, dove è stata testimone della ribellione di Valona e della guerra in Kosovo, per poi entrare a Pec insieme all’esercito italiano, nel ’99).

Leggo:

Premio giornalistico Europa come miglior giornalista del mese
Premio della regione Calabria
Premio Penne Pulite
Premio Ilaria Alpi (conquistato due volte)
Premio Ernest Hemingway
Premio Elsa Morante Premio Roma
Premio Colombe d’oro,
Premio città di Arona alla carriera
Premio Saint Vincent per la corrispondenza da Baghdad (conferito dal Presidente della Repubblica Ciampi) Premio Maria Grazia Cutuli per la sezione stampa italiana
Premio speciale Ennio Flaiano per il giornalismo

Leggo:

Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Però Giovanna Botteri è stata criticata da una trasmissione (che non vale neppure la pena nominare) per che cosa? Per il suo look!

Assurdo. Ridicolo. Patetico.

È inaccettabile, che si possa giudicare una persona dal suo aspetto. Il fatto che sia intelligente, colta, preparata, non aggiunge e non toglie nulla. Sarebbe stato assurdo ed inaccettabile anche se non fosse stata intelligente, colta e preparata.
Un linguaggio non accettabile.
Non erano tollerabili, alla stesso modo, le battute sul peso di Ferrara, la statura di Brunetta e i capelli di Berlusconi… Non era tollerabile questo linguaggio neppure allora, neppure a sinistra.
In nessuna situazione, in nessuno schieramento, mai.
Le critiche si fanno solamente sui contenuti. L’ attacco su queste cose è sempre spregevole.

Ma certamente non spetta a noi il compito di prendere le difese di Giovanna Botteri: una donna come lei non ha bisogno di essere difesa, men che meno da noi.
Una donna così è solo da ammirare. Finché esisteranno donne come lei, potremo avere ancora qualche speranza di intelligenza, di capacità, di competenza, di onestà professionale, nonostante questa società becera che rigurgita di mestieranti e di azzeccagarbugli da strapazzo, che alla loro totale mancanza di argomentazioni sono capaci di supplire solo con l’insulto.

Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettetemi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi. Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista.
A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne(Giovanna Botteri)

YUNUS

 

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