Nell’attesa di domani, di un altro 25 aprile a cui siamo chiamati a dare tutta l’importanza ed il peso che merita, pubblichiamo un lavoro fotografico che vuole trasmettere un solo messaggio: il sacrificio dei partigiani non è stato vano se ha contribuito a liberarci da un simile orrore.
Proprio per il profondo rispetto che nutro per questi uomini e queste donne, e per tutte le vittime di una sorte così atroce, sento di dover introdurre e spiegare il lavoro.
Inizialmente non sapevo se mantenere le foto a colori o postprodurle in bianco e nero. Alla fine ha prevalso il colore per due motivi, uno di tipo estetico, l’altro di tipo narrativo/psicologico: 1) non volevo rinunciare a dei giochi di luce calda e fredda e alle tinte che generavano, in luoghi che nell’immaginario comune richiamano solo morte; 2) non volevo che il bianco e nero rendesse le foto lontane nel tempo, con tutto quello che la distanza comporta: volevo delle foto “vive” e volevo che chi guardasse le sentisse vicine, così vicine da vederne i fantasmi. Ed io li ho cercati… girare ammassata ad altre persone, sotto la pioggia, ha creato suggestioni che forse sono riuscita a ricreare… Chi lo sa? A voi l’ardua sentenza.
“Ed è per questo che la Storia dà i brividi
Perché nessuno la può negare
La Storia siamo noi
Siamo noi padri e figli
Siamo noi
Bella ciao, che partiamo
La Storia non ha nascondigli
La Storia non passa la mano
La Storia siamo noi
Siamo noi questo piatto di grano”
Francesco De Gregori, dalla canzone “La storia siamo noi”
*****
Foto di Sonia Simbolo