Affabulazioni

Quando la Morte venne a Bagdad

26.05.2020

Un giorno, il discepolo di un sufi di Bagdad era seduto in un angolo di una locanda, quando sorprese una conversazione tra due persone. Sentendole parlare, capì che una di loro era l’Angelo della Morte. “Ho molte visite da fare in questa città nelle prossime tre settimane”– stava dicendo l’Angelo al suo compagno. Terrorizzato, il discepolo si rannicchiò nel suo angolino finché i due non se ne furono andati. Poi fece appello a tutta la sua intelligenza per trovare il modo di scampare all’eventuale visita dell’Angelo e alla fine decise di allontanarsi da Bagdad affinché la morte non potesse raggiungerlo.

Fatto questo ragionamento, non gli restò che noleggiare il cavallo più veloce e, spronandolo giorno e notte, arrivare fino alla .lontana Samarcanda.

Nel frattempo la Morte si incontrò con il maestro sufi, con il quale si intrattenne a parlare di varie persone. “Ma dov’è dunque quel vostro discepolo tal dei tali? – chiese la Morte. “Dovrebbe trovarsi da qualche parte in città, immerso in contemplazione, forse in un  caravanserraglio, ” – rispose il maestro. “E’ strano – disse l’Angelo – perché è proprio nella mia lista…Ah, ecco, guardate: devo prenderlo fra quattro settimane a Samarcanda e in nessun altro luogo”.

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Questa versione della “Storia della Morte” proviene da Hikayat-i-Naqshia (“Storie concepite secondo in Disegno”). L’autore di questa storia, che è uno dei racconti popolari  più amati in Medio Oriente, è il grande sufi Fudail Ibnb Ayad, un ex bandito che morì all’inizio del IX secolo.

Pubblicato su www.sufi.it

(Immagine: “Trionfo della Morte”, affresco di un artista anonimo, databile intorno al 1466, conservato nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo)

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