Pensieri

Il mercatino dell’usato

16.11.2021
Non lo so cosa cerco, una volta al mese, al mercatino dell’usato. Ci vado e so bene che non comprerò niente ma non resisto alla tentazione di andare. Non è il comprare che mi attira ma il cercare. E quella sensazione di trionfo che provo quando ho trovato qualcosa che mi sembra valga la pena. Una volta ho trovato un quadro che mi è sembrato bellissimo. Potevo essere io due secoli fa, vestita da Ottocento. Quando sono arrivata a casa la meraviglia che avevo trovato e provato ha preso tutto un altro tenore. L’ho vista con gli occhi degli altri che la guardavano e si domandavano dove avrei appeso quella crosta.
Ho capito che quando vado al mercato ci vado spinta dalla nostalgia. Non è una nostalgia precisa, non cerco un oggetto definito, non sono nemmeno una collezionista – troppo faticoso collezionare qualcosa – la mia nostalgia è la nostalgia che provo quando non riesco a raggiungermi e penso che un oggetto mi possa aiutare a farlo. Forse il commercio si basa proprio su questo: sull’illusione che ci siano oggetti che ci permettono di diventare chi siamo. Li compriamo con quella speranza e poi, quando li portiamo a casa, ci accorgiamo che funzionano solo per poco. Che per raggiungerci ci vuole altro e che quella nostalgia che ci spinge a cercare senza scopo, è come la felicità senza motivo che abbiamo provato e vogliamo riassaggiare. Vogliamo essere felici senza motivo apparente se non quello di essersi raggiunti. E magari quando ci siamo raggiunti ci riposiamo per un po’, nonostante tutto non è male essere a casa.
Nicoletta Cinotti
Foto di Sonia Simbolo

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