“Possa non mancarti mai il cielo”.
Fabrizio Caramagna
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Antica preghiera ebraica
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Aveva letto di una benedizione
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Immagine dal web
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Abbi pazienza
“Abbi pazienza, mia donna affaticata,
Abbi pazienza per le cose del mondo,
Per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,
Dal momento che ti sono toccato in sorte.
Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
Per questo tuo compleanno rotondo.
Abbi pazienza, mia donna impaziente,
Tu macinata, macerata, scorticata,
Che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
Perché la carne nuda ti faccia più male.
Non è più tempo di vivere soli.
Accetta, per favore, questi 14 versi,
Sono il mio modo ispido di dirti cara,
E che non starei al mondo senza te.”
Primo Levi, “Abbi pazienza”
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Foto di Sonia Simbolo
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Compleanno d’amore
Karmelo C. Iribarren, “Compleanno d’amore”, da “Serie B, Renacimiento”
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Lascia che te lo dica oggi quanto ti voglio bene
“Lascia che te lo dica oggi quanto ti voglio bene
quanto tu sei stato sempre per me,
come hai arricchito la mia vita.
Per te non avrà molta importanza.
Tu sei abituato all’amore,
esso non è nulla di strano per te
sei stato amato e viziato da tante donne.
Per me è un’altra cosa. La mia vita è
stata povera d’amore, mi è mancato il meglio.
Se tuttavia so che cos’è l’amore,
è per merito tuo.
Te ho potuto amare,
te solo fra gli uomini.
Tu non puoi misurare ciò che significhi.
Significa la sorgente in un deserto
l’albero fiorito in un terreno selvaggio.
A te solo debbo che il mio cuore non sia
inaridito, che sia rimasto in me un punto accessibile alla grazia.”
Hermann Hesse
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Ti auguro
Gianluigi Gherzi, da “Ti aspetto nella mia casa a disordinare”
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Gustav Klimt, “L’ albero della vita”, 1909, mosaico realizzato per Palazzo Stoclet (Belgio)
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Vi auguro sogni a non finire
“Vi auguro sogni a non finire
e la voglia furiosa di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare ciò che si deve amare
e di dimenticare ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli al risveglio
e le risate dei bambini.
Vi auguro di rispettare le differenze degli altri perché il merito e il valore di
ognuno spesso è nascosto.
vi auguro di resistere all’affondamento,
all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro di non rinunciare mai alla ricerca, all’avventura , alla vita,
all’amore,
perché la vita è una magnifica avventura e niente e nessuno può farci
rinunciare ad essa, senza intraprendere una dura battaglia.
Vi auguro soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici, perché la
felicità è il nostro vero destino.”
Jacques Brel, “Vi auguro sogni a non finire”
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Ciò che ti offro
“Nulla di ciò che t’offro
è irraggiungibile:
cieli e solchi d’uccelli, carezze come nubi
-il tuo cuore che batte inimitabile-
Tutto questo è possibile
senza bisogno di fantasticare.
Altro non siamo che argentate tracce
lasciate dalle chiocciole nei luoghi
visitati nei sogni.
E mai nessuno chiederà in che giorno
o in che mese viviamo.
Un lampo che s’incunea dentro il tempo
è quanto ci rimane da salvare.
L’illusione di stare l’un con l’altro.
Nulla di ciò che t’offro
può sembrare impossibile:
pensieri in volo simili ad uccelli,
un ponte teso fra i nostri due mondi.”
Francisco Véjar, “Ciò che ti offro”
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Ti auguro di vivere
“Ti auguro di vivere
senza lasciarti comprare dal denaro.
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta,
senza distinzione,
senza altro nome
che quello di uomo.
Ti auguro di vivere
senza rendere nessuno tua vittima.
Ti auguro di vivere
senza sospettare o condannare
nemmeno a fior di labbra.
“A volte le cose non vanno – nonostante tutto –
di male in peggio. A volte, i giacinti resistono all’inverno;
il verde trionfa; i raccolti sono abbondanti.
A volte un uomo punta in alto, e raggiunge il traguardo.
A volte la gente rifiuta di farsi guerra;
elegge un uomo perbene; decide che sì, importa,
che non è giusto che chi è straniero soffra la fame.
E ci sono uomini che diventano quello a cui erano destinati.
A volte i nostri migliori sforzi non sono invano;
a volte facciamo quel che davvero volevamo fare.
E il sole a volte scioglie un prato di dolore
che sembrava ghiaccio puro:
possa succedere anche a te.”
Sheenagh Pugh, “Sometimes”
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Ciò che ti offro
“Ti offro strade difficili, tramonti disperati,
la luna di squallide periferie.
Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.
Ti offro i miei antenati, i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera di Buenos Aires,
due pallottole attraverso i suoi polmoni, barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca;
il nonno di mia madre – appena ventiquattrenne –
a capo di un cambio di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.
Ti offro qualsiasi intuizione sia
nei miei libri, qualsiasi virilità o vita umana.
Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.
Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche modo –
il centro del cuore che non tratta con le parole,
ne coi sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.
Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.
Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e sorprendenti notizie di te.
Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore;
cerco di corromperti con l’incertezza,
il pericolo, la sconfitta.”
Jorge Luis Borges, “Ciò che ti offro”
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Abbi cura di te
“Abbi cura di te, che ti spendi
come il sole alla sera
cura i pensieri, non lasciarli in balia del vento,
questo vento che vorrebbe spazzare via
bene e male senza distinzione,
posali sul nascere di cose belle
vedi quando ogni seme germina
come genera colori nuovi, bellezza e incanto,
cura le tue mani che toccano il mondo,
fa che siano carezze, ma anche forza
per difendere il luogo sacro che sei
e gli occhi, i tuoi occhi in cui la luce si posa
e ritorna con i colori che hai dentro
e graffi e ferite, e ogni ruvidezza
non lasciarli al dolore, stendi il miele che cura
il mondo guarda il tuo passo
e si stupisce che danzi”
Mariangela Ruggiu
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Bruno Bruni, “Abbraccio”, litografia a colori del 1978
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Non temere la paura
Mariangela Ruggiu
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Sogno di libertà
“Se un giorno tornerò alla vita
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.
Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora;
la luna, mia dolce amante.
Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le labbra. Nessuno.
La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l’aria.”
Marcos Ana, “Sogno di libertà”
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Non dire per cosa vieni
“Non dire per cosa vieni.
Lasciami indovinare
dalla polvere dei tuoi capelli
che vento ti ha mandato.
È lontana la … tua casa?
Ti do la mia:
leggo nei tuoi occhi la stanchezza del giorno che ti ha vinto;
e, sul tuo volto, le ombre mi raccontano il resto del viaggio.
Dai,
vieni a dar riposo ai tormenti del cammino
nelle curve del mio corpo
– è una meta senza dolore e senza memoria.
Hai sete?
Avanza dal pomeriggio solo una fetta d’arancia
– mordila nella mia bocca senza chiedere.
No, non dirmi chi sei né per che cosa vieni.
Decido io.”
Maria do Rosário Pedreira
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In dote
“In dote porto
foglioline di salvia
e di rosmarino
più mille poesie circa
più quello stralunato ritrattino.
Tutto qui?
No,
anche un fiore con dentro
un’ape in velo da sposa
più una goccia di miele
più una spina di rosa.
Tutto qui?
No,
anche il resto del mondo
più un cielo gentile
più i colori che vuole
più il doppio della metà
di tutto il mio cuore.”
Vivian Lamarque, “In dote”
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Dio benedica
“Dio benedica
l’oscurità
il dolore
la falsità.
Hai mai finto un orgasmo?
Di che colore è la tua solitudine?
Se hai voglia di baciarti baciati.
Non disprezzare l’autoerotismo.
Hai mai pregato?
Sei mai impazzita?
Dio benedica la croce e la pazzia.
Sei un gatto nero che si attraversa la strada.
Un giorno sarai una vedova bellissima.
Dio benedica la morte.
Non avere timore,
parlale, entra in confidenza, rassicurala.
Tutti sanno amare la felicità,
pochi il dolore.”
Roberto Inglese
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Saluto all’alba
“Guarda a questo giorno!
In esso è la vita, la vera vita della vita.
Nel suo breve corso
È riposta tutta la verità e la realtà del tuo esistere:
la felicità del crescere
la gloria dell’azione
lo splendore della bellezza;
poiché ieri non è che un sogno
e domani una visione;
ma l’oggi ben vissuto rende ogni ieri un sogno di felicità
e ogni domani una visione di speranza.
Guarda bene, perciò, a questo giorno!
Tale è il saluto all’alba.”
Kālidāsa (poeta indiano vissuto intorno al IV-V secolo), “Saluto all’alba”
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Immagine in evidenza: Ilaria Del Monte, “Uno strano compleanno”, 2011