Affabulazioni

Giovanni Boldini e donna Franca Florio

21.11.2021
“Piccolo, tarchiato, con una voce sgraziata, Giovanni Boldini ha scelto un salottino dalle pareti chiare, appartato, con una luce obliqua, per illuminare la pelle d’ambra della padrona di casa. Una luminosità piena di verde e di primavera, calda come l’aria che entra attraverso l’imposta socchiusa in quel marzo tumultuoso. Intorno a loro, poltrone di damasco scuro; sul pavimento, un enorme tappeto persiano. (…)
Il pittore, che ha già preparato la base sulla tela, resta a guardarla per alcuni istanti con le mani giunte sul petto.
“In fede mia, donna Franca, siete una visione”. (…)
Lei sorride, ma solo con gli occhi. “Non vi ho consultato sulla scelta dell’abito. Siete soddisfatto?”
Lei apre le braccia per farsi ammirare, ma il pittore la ferma. “Quasi…” Le afferra il polso, sembra accennare un passo di danza. “Ci vuole un altro po’ di luce”. Fa un passo indietro, le mani sui fianchi. (…)
Boldini sta riflettendo, guida Franca per la stanza, cerca la luce migliore, le accosta le perle al viso e poi le lascia ricadere, le avvolge quindi le lascia andare e, nel frattempo, mugugna frasi in un misto di ferrarese e francese. È quasi buffo vedere quell’uomo così basso accanto a lei, bella e slanciata.
“Mmh… è davvero difficile trovare l’angolazione giusta per voi. Siete così…” Fa un gesto che potrebbe essere volgare, ma che lui riesce a trasformare in un apprezzamento. (…)
Boldini si avvicina alla grande tela. Il ritratto rispetterà le proporzioni, e Franca emergerà in tutta la sua altezza. Sposta gli occhiali sulla punta del naso, inizia a tracciare i contorni della figura ma, arrivato alla linea delle spalle, si ferma, il pennello a mezz’aria. Guarda Francesca. “Perdonate, signora… Potreste dare a donna Franca il vostro scialle?”
“Il mio…Oh, ma certo, ecco!”
Ridendo, Francesca passa lo scialle a Franca, che però non sa bene cosa farsene, e ride anche lei.
Serissimo, Boldini le chiede di muoverlo intorno al corpo perché la stoffa bianca illumini le spalle nude. I capelli neri brillano nella luce primaverile, mentre Franca gioca con lo scialle, lo drappeggia come se volesse avvolgersi.
Poi muove la testa, perché Giulia ha detto qualcosa e lei non ha capito. Ed è allora che il pittore la blocca. “Così! Rimanete ferma così!” ordina, con gli occhi spalancati. Sale sulla pedana che usa per dipingere e traccia furiose, lunghe pennellate, cercando di catturare la luce.
Franca obbedisce. Colta di sorpresa, le labbra socchiuse, lo sguardo assorto, l’anca sporgente in un movimento sensuale che parte dal braccio, simile a un’onda.
Non sa che in quel momento sta nascendo un quadro che la trasformerà in una leggenda”.

Stefania Auci, da “L’inverno dei leoni”

Giovanni Boldini, “Ritratto di donna Franca Florio”, 1901

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