Yannis Ritsos
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Ed è subito sera
Salvatore Quasimodo, “Ed è subito sera”
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Solitudine
Alfred De Musset, “Solitudine”
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Solitudine
“Solitudine, mia compagna sola,
dea del prodigio, che hai voluto farlo
non richiesta, di dare la parola
alla mia voce, dimmi: con chi parlo?
Rifuggo ormai la chiassosa brigata
e senza amici solo pena c’è
con te, signora, nel viso velata,
sempre velata se parli con me.
Non muterò per quanto mi rinnovi,
penso; non è l’enigma quel sembiante
che nell’intimo specchio appare nuovo,
altro è il mistero: la tua voce amante.
Discoprimi il tuo volto ch’io li trovi
fissi su me i tuoi occhi di diamante.”
Antonio Machado, “Solitudine”
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Quale ero
Daria Menicanti, “Quale ero”
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Io sono solo
Arturo Brand aka Giuseppe Nicola Di Leo, “Io sono solo”
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Ancora solo
Sayed Hegab, “Ancora solo”
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Versi del testamento (La solitudine)
Pier Paolo Pasolini, da “Trasumanar e organizzar”
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Ti domandi se mi sento sola
“Ti domandi se mi sento sola:
Ok allora, sì, mi sento sola
come un aereo vola solo e orizzontale
sulla sua onda radio, puntando
oltre le Montagne Rocciose
verso le piste recinte di blu
di un aeroporto sull’oceano
Mi vuoi chiedere, mi sento sola?
Bene, certo, sola
come una donna che attraversa il paese guidando
giorno dopo giorno, lasciandosi dietro
miglio dopo miglio
piccole città dove avrebbe potuto fermarsi
a vivere e morire, da sola
Se mi sento sola
dev’essere la solitudine
di svegliarsi per prima, di respirare
il primo respiro freddo dell’alba sulla città
di essere l’unica che è sveglia
in una casa avvolta nel sonno
Se mi sento sola
è come la barca chiusa nel ghiaccio della riva
nell’ultima luce rossa dell’anno
che sa che cos’è, che sa che non è
ghiaccio né fango né luce d’inverno
ma legno, con quel dono di poter bruciare.”
Adrienne Rich, “Ti domandi se mi sento sola”
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Bussano alla porta
“Bussano alla porta.
Chi è?
Nascondo la polvere della mia solitudine
sotto il tappeto,
preparo un sorriso
e apro.”
Maram al-Masri
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Luna congelata
“Con questa solitudine
infida
e tranquilla
con questa solitudine
di crepe consacrate
di ululati lontani
di mostri di silenzio
di forti ricordi
di luna congelata
di notte per gli altri
di occhi spalancati
con questa solitudine
inutile
e vuota
si può a volte
capire
l’amore.”
Mario Benedetti, “Luna congelata”, da “El amor, las mujeres y la vida. Poemas de amor”
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Volto di te
“Ho una solitudine così affollata
così piena di nostalgie e di volti di te
di congedi passati e baci benvenuti
alla prima occasione e in ultimo termine
Ho una solitudine così affollata
che posso organizzarla
come fosse un corteo
per colori, misure e promesse,
per epoche, per tatto e per sapore
senza esitare mi abbraccio alle tue assenze
che vengono e mi assistono
col mio volto di te
sono pieno di ombre di notti e desideri
di molte risa e qualche disappunto.”
Mario Benedetti, “Volto di te”
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Caligola
“La conosci tu la solitudine?
Sì, quella dei poeti e degli impotenti.
La solitudine?
Quale solitudine?
Ma lo sai che non si è mai soli?
E che dovunque ci portiamo addosso
il peso del nostro passato e anche quello del nostro futuro?
Tutti quelli che abbiamo ucciso sono sempre con noi.
E fossero solo loro, poco male.
Ma ci sono anche quelli che abbiamo amato,
quelli che abbiamo amato e che ci hanno amato.
Il rimpianto,
il desiderio,
il disincanto e la dolcezza,
le puttane e la banda degli dei!
La solitudine risuona di denti che stridono,
chiasso, lamenti perduti…
se soltanto potessi godere la vera solitudine,
non questa mia solitudine infestata dai fantasmi,
ma quella vera,
fatta di silenzio e
tremore d’alberi”
Albert Camus, “Caligola”
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Ancora solo
Chi afferra l’aria…
L’aria è cavallo che corre senza voce
Schiude le porte
E il fiore del silenzio
Dà respiro alle case
Gli amici passano per le pareti
Di pace si riempie il petto
Di fede il cuore… di lampi gli occhi”
Sayed Hegab (poeta egiziano), “Ancora solo”
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Solitudini composte
“Da qui a sera
avrò tempo per dimenticarti,
o tutto il tempo
per uccidermi in un ricordo.
Da qui a sera,
saranno ore di primavera,
di solitudini composte
come fosse vero che eri e sei
il tempo che non torna.
Un pensiero a forma di te
muove, come fosse vento,
i rami e le foglie.
Starti dentro in eterna distanza,
osservarti andare
mentre io, solo per sopravviverti,
a me,
solo a me,
nel silenzio della pietra
e nel dove dell’acqua
ritorno.”
Beatrice Niccolai, “Solitudini composte”
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