Pensieri

Amare se stessi: è davvero un supplizio?

08.12.2021
“È facile amare qualcun altro, ma amare ciò che sei, quella cosa che coincide con te, è esattamente come stringere a sé un ferro incandescente: ti brucia dentro, ed è un vero supplizio.
Perciò amare in primo luogo qualcun altro è immancabilmente una fuga da tutti noi sperata, e goduta, quando ne siamo capaci. Ma alla fine i nodi verranno al pettine: non puoi fuggire da te stesso per sempre, devi fare ritorno, ripresentarti per quell’esperimento, sapere se sei realmente in grado d’amare. È questa la domanda – sei capace d’amare te stesso? – e sarà questa la prova.”
“La cosa superiore può essere creata soltanto nel caso in cui venga costruita su quella inferiore. Per costruire il superiore deve venire accettato l’inferiore, altrimenti è come se cercaste di costruire una casa sospesa nell’aria, o un tetto privo di fondamenta. Prima di tutto dovete immergervi nel terreno e nella sporcizia: dovete sporcarvi le mani, o non ci saranno fondamenta sulle quali poter costruire. Non dovete aver paura della sporcizia; se si vuole creare bisogna accettare l’uomo più brutto. Creazione significa inferiorità che dovete digerire; soltanto attraverso ciò potete creare qualcosa di nuovo e di migliore”.
“Dove siamo sopraffatti, dove cediamo, li si trova la divinità.”

Carl Gustav Jung, da “Lo Zarathustra di Nietzsche, Seminari”

***********

Foto di Sonia Simbolo

Lascia un commento