Pensieri

L’arte di avere ragione (anche quando si ha torto)

14.12.2021

Stratagemma n. 24

La forzatura della consequenzialità. Dalla tesi dell’avversario si traggono a forza, attraverso false deduzioni e deformando i concetti, altre tesi che non vi sono contenute e non corrispondono affatto all’opinione dell’avversario, ma sono assurde o pericolose: poiché, ora, sembra che dalla sua tesi  di partenza discendano tali proposizioni, che sono in contraddizione o con se stesse o con verità riconosciute, ciò vale come una confutazione indiretta, apagoge: è un nuovo impiego della fallacia non causae ut causae.

Stratagemma n. 25

Questo stratagemma para l’apagoge con una «istanza», exemplum in contrarium. L’επαγουγη, inductio, abbisogna di una gran quantità di casi per porre il principio universale: l’απαγουγη basta che presenti un unico caso in cui il principio non è valido, e questo è demolito: un caso del genere si chiama «istanza», ευαταοις, exemplum in contrario, instantia. Per esempio, la proposizione: «Tutti i ruminanti sono cornuti» viene demolita tramite l’unica «istanza» dei cammelli.

L’«istanza» è un caso di applicazione della verità generale: sotto il concetto principale di quest’ultima deve essere sussunto qualcosa per cui però quella verità generale non vale: perciò essa viene completamente demolita. Sennonché qui possono verificarsi inganni: perciò quando l’avversario muove istanze dobbiamo stare attenti a quanto segue:

  1. se l’esempio sia effettivamente vero; ci sono problemi la cui unica soluzione autentica è che il caso non è vero: per esempio molti miracoli, storie di spiriti, e così via;
  2. se rientri effettivamente nel concetto della verità presentata: spesso è così solo in apparenza e per chiarirlo è necessaria una precisa distinzione;
  3. se sia effettivamente in contraddizione con la verità presentata: spesso è così solo in apparenza.

Stratagemma n. 26

Un tiro brillante è la retorsio argumenti: quando l’argomento che l’avversario vuole usare a proprio vantaggio può essere usato meglio contro di lui. Per esempio egli dice: «È un bambino, bisogna pur concedergli qualcosa»; retorsio: «Proprio perché è un bambino bisogna castigarlo, affinché non perseveri nelle sue cattive abitudini».

Stratagemma n. 27

Se, di fronte a un argomento, l’avversario inaspettatamente si adira, allora bisogna incalzare senza tregua con quell’argomento: non soltanto perché va bene per farlo montare in collera, ma perché si deve supporre di aver toccato il lato debole del suo ragionamento, e di potergli nuocere, a questo punto ancor più di quanto si possa credere in un primo tempo.

 

Arthur Schopenhauer, da “L’arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi”

 

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Nell’immagine: Nunzio Capece, “Lezioni di legge (gli avvocati)”

 

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