Linguaggi

Nei tuoi occhi

22.12.2021

“Quando conoscerò la tua anima, dipingerò i tuoi occhi.”

Amedeo Modigliani

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Nei tuoi occhi ho trovato i libri che non ho scritto

 

“Nei tuoi occhi ho trovato i libri che non ho scritto:
pianure, città, boschi, orizzonti, canali.
Le montagne imperiali della terra ho trovato,
coi tramonti e le nuvole purpuree. I grandi viaggi
che non ho fatto li ho trovati nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato gli amici sorridenti
che mi rubò la terra, l’erba, la neve, il buio.
Le frasi che mi direbbero, le ho trovate nei tuoi occhi.

Le croci non confitte in terra a battaglia finita,
lunghe file di anonime croci, da ogni parte,
croci di tutti i popoli, le ho trovate nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato la fine della guerra.
Sole e uccelli sui rami! Il mio mondo infantile
coi suoi disegni d’oro l’ho trovato nei tuoi occhi.

Ho trovato le tristi colline della patria
che si ergevano mute quasi udissero la mia voce.
Arrivo! Al mio urlo «Arrivo», il fremito leggero
degli umili corbezzoli, l’ho trovato nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato le notti che scorrevano
immensi fiumi di silenzio, come al tempo dei miei sei anni.
La luce astrale della pena l’ho trovata nei tuoi occhi.

Nei tuoi occhi ho trovato la gente che mi ricordava
e il mondo dell’infanzia che mi chiamava a nome.
La tenda della giustizia, la bontà che faceva cenno
ai monti di accostarsi, l’ho trovata nei tuoi occhi.

Ho trovato l’eternità del sole rinnovata.
L’erba, le stelle, l’alba. Mia madre vestita di bianco
come la Pace, l’ho trovata nei tuoi occhi.

Fosse tutto più semplice quaggiù, come il «buongiorno»
e la «buonanotte», o la luce all’alba sopra i vetri,
fosse tutto più semplice quaggiù, noi in questo mondo
avremmo una casa infinita. Saremmo angeli.
Il mio lamento eterno l’ho trovato nei tuoi occhi.”

 

Nikiforos Vrettakos, da “Il libro di Margherita”, 1949

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Lo si dice ogni volta

“Lo si dice ogni volta:
la verità
sta nel mezzo.
Allora, ascolta:
non darmi il cielo
intero. Dammi
solamente
il pezzo che tocchi.
L’altra metà
è nei tuoi occhi.”

Gabriella Sperotto

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I tuoi occhi mi toccano

 

“Con te io sono giovane
Quando laggiù gli alberi minacciano
E il cielo vanisce in lontananza
I tuoi occhi mi toccano

Quando ogni passo si perde sull’erba
Quando ogni passo sfiora le acque
Quando le onde mi fervono in testa
E dall’azzurro qualcuno mi chiama

Con te io sono giovane
Cadono i miei anni come foglie
E qualcuno colora le mie tele
Allora esse brillano di te

E sul tuo volto il sorriso è radioso
Più chiaro assai delle nubi più chiare
Allora io corro dove sei
Dove mi pensi e dove mi attendi”

 

Marc Chagall, “I tuoi occhi mi toccano” (la poesia scritta per la moglie, Valentina  Lazarevna Brodsky)

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Marc Chagall e la moglie, Bella Rosenfeld

 

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Gli occhi

 

“Raccontami la canzone
che cammina nei tuoi occhi
quando li apri
la mattina
quando il sole
insinua il suo raggio di luce
nei tuoi sogni.”
Clarissa Nicoisdkij, “Gli occhi”
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Il mare degli occhi

“Ci sono donne che hanno il mare negli occhi
Non per il colore
Ma per la vastità dell’anima
E portano la poesia tra le dita e nei sorrisi

Rimangono al di là del tempo
Come se mai la marea le portasse via
Dalla spiaggia dove furono felici
Ci sono donne che hanno il mare negli occhi

Per la grandezza, per l’immensità dell’anima
Per il modo infinito di abbracciare le cose e gli uomini…
Ci sono donne che sono la marea nelle sere calme…”

Sophia de Mello Breyner Andresen, “Il mare degli occhi”, da “Opera poetica”

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Spengi i miei occhi

“Spengi i miei occhi: ti vedrò lo stesso.
Riempimi gli orecchi: posso sentirti.
E senza piedi ti cammino ancora a fianco.
E senza bocca posso ancora scongiurarti.
Spezzami le braccia
ti abbraccerò col cuore con una mano.
Strappami il cuore: e mi batterà il cervello.
E se spegni anche il fuoco nella mente
allora ti porterò nel sangue.”

Rainer Maria Rilke, “Spengi i miei occhi”

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Tal Peleg

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Calle Principe, 25

“D’improvviso perdiamo
la profondità dei campi
i singolari enigmi
la chiarezza che giuriamo
di conservare

ma ci vogliono anni
per scordare qualcuno
che ci ha appena guardato”

José Tolentino Mendonça, “Calle Principe, 25”, da “La notte apre i miei occhi”

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Vorrei avere gli occhi

“Vorrei avere gli occhi
di tutti gli schiacciati,
dei cacciati dagli altri,
dei mai adeguati, dei
fraintesi e degli offesi,
dei privati di riposo,
dei morti d’indifferenza
o d’arroganza o fretta.
Vorrei avere quegli occhi
sbarrati e un po’ randagi,
farne quasi una bandiera,
la speranza di un riscatto;
non in un mondo a venire
ma nei giorni che cammino,
quelli che scappano di mano,
quelli che appena sfioriamo.”

Domenico Carrara

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Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine

“Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
il silenzio diventa frutto
e il sonno tempesta
si socchiudono porte proibite
e l’acqua impara a soffrire.

Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
il desiderio sale e si spande
a volte marea insolente
onda che corre senza fine
nettare che cola goccia a goccia
nettare più ardente che un tormento
inizio che non si compie mai.

Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
mi arrendo nuda come la pioggia
e nuda come un seno sognato
tenera come la vite che matura il sole
molteplice mi arrendo
finché nasca l’albero del tuo amore

Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all’arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà.”

Joumana Haddad, “Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine”

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Nel guscio dei tuoi occhi

“Nel guscio dei tuoi occhi
sverna una stella dura, una gemma eterna.

Ma la tua voce è un mare che si calma
a una foce di antiche conchiglie,
dove s’infiorano mani, e la palma
nel cielo si meraviglia.

Sei anche un’erba, un’arancia, una nuvola…
T’amo come un paese.”

Gesualdo Bufalino

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Reminiscenza

“Si incrociarono un breve istante
il tuo sguardo e il mio.
E seppi all’improvviso
– non so se anche tu –
che in un tempo
senza anni né orologi,
un altro tempo,
i tuoi occhi e i miei
si erano incontrati,
e quella di allora
non era che un’eco,
l’onda che ritorna,
attraversando mari,
all’antica spiaggia.”

Meira Delmar, “Reminiscenza”

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Nuovo canale Interoceanico

“Ti propongo di costruire
un nuovo canale
senza chiuse
né scuse,
che comunichi finalmente
il tuo sguardo
atlantico
col mio naturale
pacifico.”

Mario Benedetti

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Se tu mi guardi con i tuoi occhi

“Se tu mi guardi con i tuoi occhi
dai quali mi viene incontro la tenerezza
e se io guardandoti con i miei occhi
ti faccio spazio dentro di me,
in questo incrocio di sguardi
che riassume milioni di attimi e di parole,
in questo scambio silenzioso
che per entrambi è guardare e lasciarsi guardare,
in questo penetrare l’uno nell’altro
nel tempo con benevolenza,
ci è dato tessere la reciprocità di questo amore
e forse la gratuità.”

Pablo Neruda

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Foto di Snia Simbolo

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I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

“I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all’ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questa fine di maggio, dalle parti d’Antalya,
sono così, le spighe, di primo mattino;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che s’illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
allora saprò far echeggiare il mondo
del mio amore.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d’autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà giorno, mia rosa, verrà giorno
che gli uomini si guarderanno l’un l’altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.”
Nazim Hikmet, da “Lettere dal Carcere a Munevver”, 1948 – Traduzione di Joyce Lussu

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Hai chiuso gli occhi
“Nasce una notte
piena di finte buche,
di suoni morti
come di sugheri
di reti calate nell’acqua.
Le tue mani si fanno come un soffio
d’inviolabili lontananze,
inafferrabili come le idee.
E l’equivoco della luna
e il dondolio, dolcissimi,
se vuoi posarmele sugli occhi,
toccano l’anima.
Sei la donna che passa
come una foglia.
E lasci agli alberi un fuoco d’autunno.”
Giuseppe Ungaretti, “Hai chiuso gli occhi”
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Ti guarderò da questa vita attesa
“Ti guarderò da questa vita attesa,
da una fermata d’autobus, da un destino
che mi tiene lontano e sai che sono
più vicino che mai alla tua resa,
occhi che non si sporgono e non danno
luce che a chi la chiede,
sguardi che vanno dove tutto è niente,
a una finestra d’angolo, ad un cielo
di musiche e di voci tutto intorno.”
Francesco Scarabicchi, da “La figlia che non piange”, 2021
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Thomas Struth, “Girasoli”, 1991
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Il mio sguardo è nitido come un girasole
“Il mio sguardo è nitido come un girasole.
Ho l’abitudine di camminare per le strade
guardando a destra e a sinistra
e talvolta guardando dietro di me…
E ciò che vedo a ogni momento
è ciò che non avevo mai visto prima,
e so accorgermene molto bene.
So avere lo stupore essenziale
che avrebbe un bambino se, nel nascere,
si accorgesse che è nato davvero…
Mi sento nascere a ogni momento
per l’eterna novità del Mondo…
Credo al mondo come a una margherita,
perché lo vedo. Ma non penso ad esso,
perché pensare è non capire…
Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui,
(pensare è un’infermità degli occhi)
ma per guardarlo ed essere in armonia con esso…
Io non ho filosofia: ho sensi.
Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che è,
ma perché l’amo, e l’amo per questo
perché chi ama non sa mai quello che ama,
né sa perché ama, né cosa sia amare…
Amare è l’eterna innocenza,
e l’unica innocenza è non pensare…”
Fernando Pessoa (Alberto Caeiro), “O meu olhar é nítido como um girassol”, 1914, da “, Il guardiano di greggi” – Traduzione di Antonio Tabucchi
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Foto di Steve Mc Curry 

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