Affabulazioni

Le luci nelle case degli altri

30.12.2021
E dunque ci sono episodi che nemmeno immaginiamo, nella vita degli altri (questo io l’ho capito presto, l’ho dovuto capire subito): episodi di cui non siamo a conoscenza, né lo saremo mai, dettagli minimi, inconfessabili, raggi ultravioletti che non possiamo percepire: ma che hanno condizionato tutto, e inevitabilmente, quando entreremo in contatto con loro, influenzeranno anche noi.”
“Prima o poi, presto o tardi, qualcosa ci spaventa, ci fa davvero male: e allora chiudiamo le saracinesche al resto. Ecco perché  il mondo diventa incomprensibile! Perché ci sembra di farne parte, di stare male o stare bene assieme agli altri, ma non è vero. Siamo più concentrati su quello che teniamo chiuso dentro di noi, dietro le saracinesche abbassate, che su quanto succede là fuori: e non ci capiamo più niente di niente.”

“Com’è che un amore finisce?
Finisce quando non ce n’è più, quando ce n’è troppo, quando in realtà non c’è mai stato. Un amore finisce perché qualcosa si consuma: allora non bisogna usarlo troppo, forse, l’amore.
Ma finisce pure quando non si consuma niente e anzi: tutto rimane come il primo giorno. Così perfetto che pare finto. E allora almeno un po’ forse bisognerebbe usarlo, l’amore.
E se poi finisce perché mentre lo usi ti cade per terra e si rompe? Anche quello può capitare. Così come che lo lanci in aria, per giocare, e quello però non ti torna più indietro: può capitare.
O magari finisce perché te lo scordi da qualche parte, perché lo vuoi tenere sempre chiuso in tasca per non perderlo, ma così marcisce, va a male.
Finisce perché andavi di fretta, finisce perché rimani indietro, finisce perché vuole finire, perché deve finire.
Finisce perché non c’è cosa più impossibile da tenere a mente, quando un amore comincia, che potrebbe finire.”

Chiara Gamberale, da “Le luci nelle case degli altri”, 2010

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Nell’immagine: Roy Liechtenstein, “Kiss V”, 1980

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