Pensieri

Le tre tappe dello sviluppo umano

04.01.2022

“Per prima cosa ciò che bisogna capire è che su questa terra l’uomo è in una situazione molto strana. Quando venni a conoscenza per la prima volta di quest’idea sull’uomo, m’impressionò moltissimo. Normalmente immaginiamo che l’uomo possa crescere e svilupparsi in un modo che potremmo definire naturale, semplicemente attraverso l’educazione, l’esempio, e così via. Tuttavia, se guardiamo la storia, notiamo che in realtà l’uomo non si è sviluppato affatto… in particolare se osserviamo il presente, non potremmo certo vantarci del percorso intrapreso dall’uomo, che è ancora molto lontano dallo sviluppo. Basta osservare gli orrori che nei tempi odierni l’umanità commette contro se stessa.

Senza dubbio, la gente è propensa a immaginare che il tempo sia sinonimo di progresso e che tutto si svolga sempre al meglio a mano a mano che il tempo passa. Come regola generale la gente considera le contraddizioni ovvie come se fossero eccezionali. Di norma, la gente è sempre incline a credere erroneamente che quelle che sono circostanze comuni e sempre presenti della vita, siano in verità eventi eccezionali. Tutti sono d’accordo nel considerare, per esempio la guerra, come un fenomeno eccezionale. Bisogna ammettere che se si prende qualsiasi libro di storia si vedrà che tratta soprattutto di guerra e, con essa, di intrighi, di gente che cerca di conquistare il potere e via dicendo.

In realtà, a meno che non si abbia una forza d’animo che permetta di vedere cos’è la vita ordinaria su questo pianeta, resteremo nell’immaginazione o, se Lei preferisce questa parola… nell’illusione. Come sa, in questo sistema, chiamato il “Lavoro”, tra i molti detti che hanno una grande profondità di significato, cioè, che richiedono molto tempo per essere compresi, c’è n’è uno che dice: “Il livello dell’essere di un uomo attrae la sua vita“. Questo detto si applica all’umanità in generale, vale a dire, il livello generale dell’umanità, riferito all’essere, attrae la forma di vita che esperimenta.

È inutile pensare che la guerra, gli orrori e le rivoluzioni, ecc., siano eventi eccezionali. Il vero responsabile è il livello di essere della gente. Però nessuno è disposto ad ammetterlo e, ogni volta che inizia una guerra, come ho detto, la gente la prende come qualcosa di eccezionale… e parla di un futuro libero da guerre… subito dopo che la guerra in corso è terminata. Possiamo vedere la stessa cosa succedere ora. La storia si ripete perché l’uomo rimane allo stesso livello di essere, ovvero, attrae sempre le stesse circostanze, sente le stesse cose, dice le stesse cose, spera nelle stesse cose, crede nelle stesse cose. E quindi, in realtà, non cambia nulla. Tutti gli articoli che furono scritti nell’ultima guerra sono esattamente uguali agli articoli scritti in questa guerra e lo saranno quelli futuri.

Però la cosa che più ci attanaglia è che la stessa idea si applica a noi, a ogni singola persona. A meno che non si produca un cambiamento nel livello dell’essere, la storia personale di un uomo rimarrà sempre uguale. Tutte le cose si ripeteranno nella sua vita: dirà le stesse cose, farà le stesse cose, lamenterà le stesse cose, commetterà le stesse cose. Tutto ciò fa parte della profondissima idea che il livello di essere attrae la propria vita. Occupiamoci di alcune delle principali idee che stanno alla base della questione di come sia possibile cambiare l’essere di un uomo. Tutta questa opera si riferisce al cambiamento dell’essere, vale a dire, un cambiamento del livello di essere nel quale un uomo sta naturalmente nella vita ordinaria.

La prima cosa da comprendere è che ognuno di noi si trova in un certo livello di essere. A questo proposito è necessario visualizzare una direzione verticale, come una scala che si estenda, per così dire, dal basso verso l’alto e che abbia molti gradini. La gente, noi tutti, è posizionata in uno o nell’altro dei gradini di questa scala che si estende verticalmente sia sotto che sopra di noi. Questa scala è molto differente dal tempo, cioè, dal passato, dal presente e dal futuro, che possiamo immaginare come una linea orizzontale. Allo scopo di chiarire il significato della mie parole, mi piacerebbe chiedere come immaginate il tempo. Voglio dire, lo scorrere del tempo dal passato, al presente, al futuro. In generale, il tipo di speranza meccanica che la gente alimenta, si relaziona all’idea del tempo che scorre verso il futuro dove le cose saranno migliori, o dove essi saranno migliori e così via. Però questa scala di cui stiamo parlando e che si riferisce ai differenti livelli dell’essere, non ha nulla a che vedere con il tempo lineare. Un livello più alto di essere esiste sopra di noi, in questo stesso istante. Non sta nel futuro del tempo, ma in noi stessi in questo stesso momento, ora. Tutto il lavoro su di sé, tutto il lavoro personale che tratta dell’oppressione delle emozioni negative, del ricordo di sé, della non identificazione con le pene e i fastidi, del non rendere conto a nessuno, ecc., si riferisce a una certa azione che può aver luogo in se stessi in questo momento… ora, se cerchiamo di essere più coscienti e ricordiamo che questo è ciò che vogliamo fare in questo lavoro.

Si dice che il Lavoro si occupi di certe trasformazioni dell’istante, del momento, del presente, attraverso azioni del Lavoro stesso. Per esempio, un uomo che è disperato, se si ferma un istante e osserva la situazione cercando di ricordare se stesso, attiva una forma di shock cosciente equivalente alla comprensione della ragione del suo atteggiamento, in altre parole, cerca di “trasformarsi“, di trasformare la sua reazione meccanica alle circostanze presenti in quel momento… a quel punto vede con sorpresa che improvvisamente tutto cambia… il suo stato d’animo depresso scompare e appare una nuova atmosfera nella quale si domanda come poteva essere in quella situazione. Questo rappresenta un cambiamento momentaneo nel livello dell’essere, perché non esiste un livello di essere specifico, bensì un livello medio generale nel quale ci sono gradi più alti e gradi più bassi. Stiamo parlando qui delle applicazioni del lavoro su come cambiare quello che concerne il livello di essere. Stiamo parlando di ciò che può chiamarsi la terza tappa di un uomo e ora spiegherò cosa voglio dire con questo.

Come si è detto, un uomo nasce come essenza e ciò costituisce la sua parte vera, la parte dalla quale può veramente crescere e svilupparsi. Ma questa parte può crescere solamente in maniera molto ridotta. Non ha la forza di crescere da sola dopo i tre, quattro o cinque anni di età. Chiamiamola la prima tappa di un uomo. Significa che questa prima tappa è pura essenza, capace di crescere da sola fino a un certo livello, fino ad arrivare a un punto oltre il quale non può più crescere. Ho osservato in alcune domande che mi ha posto nella sua lettera, che questo punto riguardo all’uomo non è stato ben compreso, per questo voglio ripeterlo ancora una volta. Come dicevo, questo sistema insegna che l’essenza nell’uomo può crescere, da sola, solo di poco. E’ bene che capisca quello che voglio dire. La gente naturalmente pensa che la crescita e lo sviluppo siano qualcosa di continuo o che dovrebbero esserlo, ma l’eccezionale idea insegnata da questo sistema ci dice che non è così. L’essenza dell’uomo può crescere, da sola e senza aiuto, solamente di pochissimi gradi, e in questo caso l’uomo non rimane altro che un bambino. Affinché cresca ulteriormente, qualcosa deve accadere. Qualcosa deve formarsi attorno all’essenza e questa cosa è chiamata personalità. L’essenza deve essere permeata da qualcosa che in realtà è aliena a se stessa, qualcosa che si acquisisce con la vita, che entra attraverso i sensi. Un bambino deve rinunciare a essere se stesso per essere qualcosa di diverso da se stesso.

Come ho già detto, il centro di gravità del “Sé” comincia a passare dall’essenza alla personalità. Apprende ogni genere di cose, imita ogni cosa, e così via. Questa formazione della personalità, necessaria per lo sviluppo dell’essenza, può definirsi come la seconda tappa dell’uomo. Bisogna tuttavia comprendere chiaramente il significato di questo punto. Il futuro sviluppo dell’essenza dipende dalla formazione che si produce intorno a sé. Se si forma una personalità molto povera, molto debole, non sarà sufficiente per permettere la nuova crescita dell’essenza che menzioneremo quando arriveremo alla terza tappa. Nella seconda tappa ha luogo la formazione della personalità, e, come si dice, quanto più è ricca tanto meglio è.

Ho notato che alcuni di voi non hanno compreso il significato di ciò che si è detto qui. La ragione per cui non hanno capito è perché non vedono la situazione straordinaria in cui si trova l’uomo, cioè, che l’uomo non può crescere continuamente nell’essenza perché quest’ultima è troppo debole per farlo da sola. La prossima crescita dell’essenza dipende innanzi tutto dalla formazione della personalità e, quanto più ricca è la personalità, migliore sarà l’eventuale crescita dell’essenza. Parlando comunque in termini generali, la formazione della personalità è completamente sufficiente per i propositi della vita. Un uomo si trova in una buona situazione di fronte alla vita, mediante la formazione di una ricca personalità. Però questo lavoro, questo insegnamento, si riferisce a una nuova tappa dell’uomo e questa tappa la chiamerò la terza tappa. Lei deve capire che questo lavoro non si riferisce realmente alla vita; si riferisce a qualcosa di diverso che l’uomo può attuare prescindendo dalla sua posizione attuale, che sia un politico di successo, un famoso scienziato, o un rispettabile macellaio, un panettiere, un fabbricante di candele. Questo lavoro inizia dall’uomo che ha sviluppato la personalità e può vedersela, alla sua maniera, con la vita in forma abbastanza ragionevole. Significa che inizia dal livello del buon padre di famiglia, o padrone di casa, che appartiene nella seconda tappa dello sviluppo dell’uomo.

Questa terza tappa si occupa di tutto ciò che riguarda un possibile nuovo sviluppo dell’essenza ed è per questo che nei Vangeli si dicono tante cose apparentemente paradossali o almeno strane, circa l’uomo, come quelle che sono contenute nel Sermone della Montagna. Queste si riferiscono a lasciare che l’essenza cresca a spese della personalità ed è questo l’unico modo affinché l’essenza, troppo debole per crescere da sola, possa continuare a svilupparsi. In questo senso, la personalità, che si forma attorno all’essenza, riesce eventualmente… se si penetra questa terza tappa… a essere la fonte stessa dalla quale l’essenza può crescere maggiormente. Supponiamo che in un individuo la personalità sia molto sviluppata. Sarà, allora, un uomo ricco. Conosce tutto, è una persona importante. Ma ciò che ha di povero è la sua essenza. Non è ancora un uomo giusto. Quello che fa, lo fa per ottenere un merito, o per paura di perdere l’onore o la reputazione. Non fa nulla per se stesso, non ha amore per ciò che sta facendo, tranne che per gli elogi, l’autorità, la posizione, la popolarità o per qualche altro beneficio agli occhi del mondo. Supponiamo che quest’uomo sia, in qualche modo, come il Figlio Prodigo. Intendo dire precisamente che si sente molto vuoto nonostante le sue “ricchezze”. Possiede una bella casa, molto denaro, è un uomo molto conosciuto, in qualche modo ottiene di più di tutti gli altri, ma senza dubbio si sente vuoto. Quest’uomo si sta avvicinando alla possibile terza tappa dello sviluppo. È giunto ora in una posizione nella quale la sua essenza, la sua parte vera, può crescere, e così rimpiazzare il sentimento di vuoto con un sentimento più significativo.

Però al fine di realizzare nell’uomo questo nuovo sviluppo deve cominciare, per così dire, a sacrificare la sua personalità e indirizzarsi nella direzione opposta a quella seguita finora. In altre parole, deve compiere una specie di inversione, il che è ben espresso nella Parabola del Figlio Prodigo e, a meno che comprenda che questa terza tappa è possibile e porta l’uomo al vero sviluppo, non comprenderà mai quello che dicono i Vangeli o a cosa si riferisce questo sistema.”

Maurice Nicoll, da “Commentari Psicologici dagli insegnamenti di Gurdjieff e Ouspensky”, Vol. I – “La Dottrina della Quarta Via”

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Nell’immagine: René Magritte, “Le mois des vendanges, 1959.

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