Affabulazioni

La fragilità delle cose

06.01.2022
NERO – E in che cosa credi?
BIANCO – In un sacco di cose.
NERO – Va bene.
BIANCO – In che senso, va bene?
NERO – Va bene, quali cose?
BIANCO – Credo in certe cose.
NERO – Questo l’hai già detto.
BIANCO – Probabilmente non credo più in una serie di cose in cui credevo una volta, ma questo non significa che non creda più in niente.
NERO – Be’, fammi un esempio.
BIANCO – Più che altro, credo nel valore delle cose.
NERO – Nel valore delle cose.
BIANCO – Sì.
NERO – Ok. Di quali cose?
BIANCO – Di un sacco di cose. Le cose culturali, per esempio. I libri, la musica, l’arte. Cose di questo genere.
NERO – Va bene.
BIANCO – Queste sono le cose che per me hanno valore. Sono la base della civiltà. O quantomeno, un tempo avevano valore. Probabilmente oggi non ne hanno più così tanto.
NERO – E cosa gli è successo, a quelle cose?
BIANCO – La gente ha smesso di dar loro valore. Io ho smesso di dar loro valore. Entro un certo limite. Non saprei neanche spiegarle bene perché. Quel mondo è in gran parte scomparso. E fra poco lo sarà del tutto.
NERO – Non so se riesco a seguirti, professore.
BIANCO – Non c’è niente da seguire. Va bene così. Le cose che amavo un tempo erano molto fragili. Molto delicate. Ma io non lo sapevo. Pensavo che fossero indistruttibili. E mi sbagliavo.

Cormac McCarthy, da “Sunset Limited”

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