“Nik Spatari è devoto alla Bellezza. A Scilla, Cariddi e alla Fata Morgana.
Nel suo parco-museo in cima alla rupe di Santa Barbara – 7 ettari brulli al centro della Locride – dal 1969 integra il suo repertorio biblico, cosmico, mitologico, con la modernità. Fra i resti di un monastero certosino, a Mammola, in provincia di Reggio Calabria, fonde uomo, natura, forme e colori. Astrologia e teologia. Accosta triangoli egizi ed esagoni dell’Oriente antico. Trasforma l’architettura in spirito e materia.
Nella chiesetta di Santa Barbara, la sua Cappella Sistina, l’artista si incarna in Giacobbe. Come lui è “ossessionato dal doppio”.
Un bassorilievo sospeso nel vuoto lo rappresenta: Il Sogno di Giacobbe è un omaggio a Michelangelo, “l’astronauta della Sistina” e a Tommaso Campanella, “l’utopista della Città del Sole”. Hiske, l’artista olandese incontrata a Parigi 50 anni fa, ancora oggi è la sua musa.
Davanti al Musaba c’è il mar Ionio, un sottile tratto azzurro in lontananza,
tutt’intorno il silenzio dell’Aspromonte. Lo stesso che accompagna Nik sin da bambino: a seguito di un trauma, l’artista ha perso progressivamente l’udito. Così ha imparato a parlare a colori. Una lingua di geometrie, analogie, associazioni e contrasti che è arrivata lontano. (…)
Ogni anno 25mila visitatori da tutto il mondo varcano la soglia del Musaba. La foresteria è sempre occupata da giovani artisti. Arrivano dal Giappone, dalla Germania, dell’Olanda.
I mosaici che si rincorrono sui muri esprimono il sentimento dello spazio, il ritmo, la misura, la direzione delle forme. Raccontano la Bibbia, il Vecchio Testamento. La storia infinita dell’uomo si fa mosaico monumentale. Sulle tele vibrano, in colori primari, archetipi femminili e ragazzi di strada, scene apocalittiche e geometrie urbane. Le sculture sovrastano il paesaggio.”
Annamaria Crupi, da “Il futuro interiore di Nik Spatari”
“Ho viaggiato attraverso i continenti. Ma ho un solo legame profondo: quello con il Mediterraneo. Appartengo al Mediterraneo fortemente. Il Mediterraneo, re delle forme e della luce. E nel Mediterraneo, la Calabria, luce decisiva e paesaggio imperativo”.
Nick Spatari