Riflessioni

A proposito del cosiddetto “certificato di verginità”

28.01.2022

Dunque….
Permettermi di fare un piccolo riepilogo.

Significato del termine CERTIFICATO:
sostantivo maschile
Dichiarazione scritta rilasciata da ente o persona qualificata ad attestare l’effettiva esistenza e verità di un fatto, di una situazione, di una condizione.

Partiamo da qui e raccogliamo le idee.
Esiste una necessità a livello sociale che richiede che un ente o persona qualificata attesti la condizione di verginità di una donna. Attenzione… ho scritto una necessità a livello sociale, non ho messo alcuna etichetta religiosa o di di altra natura.

Significato del termine VERGINITÀ
sostantivo femminile
La condizione di chi non ha sperimentato rapporti sessuali completi

LA DEFINIZIONE DEL TERMINE NON CITA:
La condizione di una DONNA che non ha sperimentato rapporti sessuali.

Dunque, c’è un punto in cui si genera un cortocircuito etimologico.

Significato della parola ETIMOLOGIA( dalla Treccani):
Disciplina linguistica che studia la storia delle parole, risalendo fino al punto della storia o della preistoria di un vocabolo (etimo) in cui esso risulta appartenente a una famiglia di altri vocaboli. Quando le somiglianze non sono ovvie, bisogna risalire con i documenti o con congetture verosimili alle fasi più antiche e vedere in qual modo e per quali ragioni è cambiata la forma, oppure il significato, o anche tutti e due; altre volte, invece, degli anelli di congiunzione si è perduta ogni traccia e si deve ricorrere alle congetture o rinunciare a una soluzione.

Quando il termine VERGINITÀ ha inglobato l’associazione esclusiva al ‘femminino’ (proprio dell’aspetto o del comportamento femminile)?
Ed a questo punto voglio scatenare l’inferno!!!
Perché ci si affanna tanto a cercare in modo così ossessivo la purezza della Donna?
Vogliamo risalire al concetto del Peccato Originale? Sarebbe molto interessante capire perché la leggenda della mela è stata affidata ad Eva e non ad Adamo (questione ampiamente dibattuta). Molti risponderebbero: perché la donna racchiude bene il concetto di tentazione, mentre modestamente direi (e non solo io)  che il peccato è un concetto molto raffinato, che può essere concepito e gestito da una mente altrettanto complessa.
E pensate poi che beffa se fosse vero che D. è una entità femminile! Ma quanto sarebbe stato contorta nel dare questa etichetta di detentrice ufficiale del peccato alla Donna? All’essere che genera la vita e proprio per questo viene considerata impura(vi siete mai chiesti perché nei luoghi di culto delle religioni semitiche le donne pregano separate dall’uomo?), all’essere che sostiene i meccanismi delle società perché responsabile “dell’educazione”, ma che ha dovuto conquistare il naturale diritto allo studio o all’espressione della propria volontà politica.
Dunque cosa scatena la necessità di certificare la purezza?
Perché è un processo facilmente fallibile, e se non si può dimostrare la purezza, ciò che non potrà mai essere dimostrato puro dovrà sempre essere mantenuto sotto controllo, manipolato, oppresso.
Vi risulta un concetto familiare? Cosa rende naturale l’oppressione, la repressione, il controllo?
Lascio lo spazio ad ognuno per rispondere, ma se dovessimo poi confrontare le rispettive risposte, per una incredibile e nello stesso tempo banale magia, ci troveremmo tutti d’accordo nell’indicare la PAURA.
E se alla paura siamo arrivati allora la domanda è: quanto è potente il femminile per scatenare un impeto di controllo che attraversa i secoli, le religioni e le culture, senza mai perdere la sua carica umiliante ed offensiva?
E la risposta è veramente così complessa? E se tanto per cambiare, e provocare un po’, rovesciassimo la medaglia?
E se fossero le Donne a chiedere il certificato di verginità agli Uomini?
Di quale verginità dovremmo cercare la certificazione?
Fisica? O no!!! Il maschio non è mai vergine, tutt’al più può essere inesperto.
Mentale? O no!!! La mente maschile è  come un impasto di creta da modellare. Perché dovrebbe essere vergine? Non ne ha necessità. Ha solo bisogno di essere guidata.
Morale? O no!! La morale maschile non ha etichetta. Si plasma a secondo del contesto ed utilità. Un uomo può essere considerato un eroe seppur di dubbia morale, se dimostra di essere forte, capace di perseguire i suoi obiettivi, di essere una guida.
In buona sostanza, cercare la verginità in un maschio è totalmente è fantasticamente inutile.
A questo punto molti lettori e lettrici penseranno: caspita! Questo è proprio il rigurgito di una femminista, delle più estremiste ed irragionevoli!
Mi dispiace deludere, ma io non sono una femminista come la convenzione sociale vuole, con un’ennesima etichetta.
Sono una DONNA, che si infuria a dover sapere che oggi, nel XXIesimo secolo, si dibatte sulla necessità di un certificato di verginità, che ci si incastra a ragionare che è meglio lasciare una via ufficiale di questa pratica, perché la sua clandestinità farebbe troppe vittime irraggiungibili. Che si indigna perché si sente violata da un pensiero sociale che ne fa un essere di seconda categoria. Che si chiede perché fa così paura essere di genere femminile, perché invece di custodire un tesoro e condividerne equamente i vantaggi, se ne demonizza l’identità.
Mi verrebbe da dire, a chi vuole quel brutto certificato, di non richiedere l’attestazione della verginità di tua figlia o sorella, cerca invece la protezione di quella Donna, che saprà stare un passo indietro se necessario, o un passo avanti come scudo, o accanto a guardare dove metti i piedi, il cuore, la mente.
E per favore, lo chiedo io nel nome della scienza che perseguo e rispetto ed a cui ho dedicato la vita, non permettiamo che di questa pratica se ne parli in termini scientifici! Non si può ripulire con la scienza una barbarie.
Non abbiamo la necessità di essere vergini. Non abbiamo alcuna necessità finché non la creiamo. Per questo siamo potenti. Siamo ciò che culturalmente decidiamo di essere.

Betty Polikar

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