Pensieri

Il greco nel napoletano

13.02.2022

Caccavella: da caccabos – κακκαβος (piccolo recipiente), indica un piccolo recipiente. Viene usato per ironizzare la forma, a volte sproporzionata, per l’effettivo impiego a cui deve essere sottoposto l’oggetto.

Càntero: da cantaros – κάνθαρος (coppa da bere), viene utilizzato per indicare un tipico vaso da notte, rifacente alla forma della coppa da cui bevevano gli antichi greci.

Ciofeca: da cofos – κωφός (aspro, sordo), i nostri antenati greci utilizzavano il termine κωφός per indicare qualcosa che aveva un cattivo sapore. Proprio come oggi.

Crisommola: da crusomelon – χρυσόμηλον (mela d’oro), si rifà all’albicocca. Probabilmente quando i greci vedevano le albicocche appese ai rami, le scambiavano per dei frutti color oro. Come d’altronde è la nostra albicocca vesuviana.

Franfellicchio: da pompolux – πoμπoλὗχ (bolle d’aria), questo termine è la base del fanfreluche francese e sta a significare i zuccherini ed i particolari dolcetti di zucchero tipici di Napoli.

‘Nzallanuto: da selè nè – σηlη νη (luna) o zalaino – ζαlαἰνo (stolto), si usa quando si vuole evidenziare una persona particolarmente tra le nuvole, molto distratto.

Pacchero: da pas cheri – πάσ χερἰ (tutta la mano), è lo schiaffo, il ceffone dato, appunto, con tutta la mano.

Papéle Papéle: da papos – παπος con raddoppiamento del sintagma (lento), si indicava in greco antico un momento trascorso con lentezza. A Napoli, probabilmente, è stato raddoppiato per infierire ancor di più su tale momento.

Pazziare: da paizein – Παίζεἰν o paizo – Παίζω (giocare), significa appunto giocare anche in napoletano.

Piglià per: da pur – πὗρ (fuoco), deriva dal “pur” greco che significa fuoco. Probabilmente per napoletanizzarlo, si è modificato in “per” che ricorda la parola piede. Ma piede non c’entra nulla. C’entra il la lingua greca.

Purtuallo: da portokàloς – πορτοκάλoσ (arancia), è una delle parole più usate a Napoli derivanti dal greco. Chi non ha mai sentito dire al mercato: “Accattateve e’purtuall’!”

Puteca: da Apoteka – Aπoθήkη (negozio, ripostiglio), è un termine molto in uso ancora nel greco moderno. A Napoli sta a indicare un negozio o una bottega.

Vasinicola: da vasinikola –  βασιλικός (basilico), in napoletano antico la vasinicola stava a indicare quello che per i greci era il basilico. In greco significa “cosa degna di un re” e si riferisce all’odore e al sapore della pianta.

Zelluso: da psilos – ψιλός (pelato) è una persona che ha perso tutti i capelli, pelato.

Fonte: Storie di Napoli

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