Linguaggi

La casa dei libri

13.02.2022

“La mia biblioteca, composta da migliaia di volumi che mi sono proposto di leggere, cresce dieci volte più in fretta di quanto io possa leggere. Ho tentato di dilatarla fino a farne una specie di universo in cui trovare tutto. Ma questo universo cresce in una misura che dà le vertigini. Non vuole placarsi, e io ne sento la crescita sulla mia pelle. Ogni volume che vi aggiungo scatena una piccola catastrofe cosmica, e un po’ di quiete subentra solo quando in apparenza quel volume trova il suo posto e provvisoriamente scompare.”

Elias Canetti, da “La rapidità dello spirito”, 1994

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Piero Schirinzi, “Qui comincia l’avventura”

 

 

 

 

 

 

 

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Ti prometto una cosa
“Ti prometto una cosa: riempirò
la tua casa di libri
Che tu non possa camminare
che le persone che inviti dicano cosa
diavolo
succede,
– per te non esiste altro
che questi dannati libri? –
Ti si impiglieranno nei capelli, si incastreranno
nelle gambe.
Quando farai il bagno vedrai
che saranno lì,
tra l’acqua del doccino
e lo shampoo.
Allora riderai
riderai come mai prima d’ora.
E i libri usciranno dal bagno
e riempiranno il corridoio
e la cucina. E il letto.
Quello, il tuo letto.
Non ti permetteranno di fare l’amore.
Perché prima dovrai leggerli.
E ci vorrà tempo.
Soprattutto perché ci saranno
Dante e Petrarca.
Shakespeare e Tennessee Williams.
E tutti quelli che hanno scritto per amore.
E dell’amore – qualcuno separa una cosa
dall’altra?
E Leopardi, ovviamente. E Cernuda.
E José María Álvarez
— cento volte José María Álvarez.
E Jaime Gil de Biedma.
E, scusa se insisto, ripeto,
tutti coloro la cui lettura ti infiamma
il sangue.
Perché vorranno starti vicino.
Perché l’amore ti precede e ti segna.
E l’amore dice che lei mi ama. E a lei che io la amo.
Questo dice l’amore.
Così i libri satureranno
la tua vita
di gioia e dolore.
Perché non c’è modo
di cambiarlo.
E quando ti avvicini al letto
per riconciliare il sonno benedetto,
quando sollevi le lenzuola
e desideri, finalmente,
riposare,
noterai una grande protuberanza
che lo occupa già.
Sono i libri,
sono lì perché vogliono
accompagnarti
nei tuoi sogni.
Perché sono, i libri, come sei
tu: ansiosa
di essere amata,
ansiosa di sentire sulla pelle quelle
dita sopraffatte dal desiderio;
ma nella stessa misura
perché i libri sono come te:
esseri che rende focosi
il semplice desiderio di avere
un interlocutore.
Qualcuno che li legga e che faccia
domande.
Che parli con loro.
Che prometta di portarli
nella tomba.
Qualcuno che dia la vita per loro.
Qualcuno come te.
che io amo
Che amo perché anche l’amore è
aprire il libro
proprio come si apre il cuore.
Quando si ama.
Ma ti prometto anche un’altra cosa:
riempirò la tua casa di musica – ne parleremo
un altro giorno.”

Eusebio Ruvalcaba (poeta messicano)

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Anonimo, “Avvertenza contro il furto di libri”, 1700 ca., 

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Ho aperto un libro e mi sono avviata

“Ho aperto un libro e mi sono avviata.
Ora nessuno può trovarmi.
Ho lasciato la mia sedia, la mia casa, la mia strada,
La mia città e il mio mondo dietro di me.
Indosso il mantello, mi sono infilata l’anello.
Ho mandato giù la pozione magica.
Ho combattuto con un drago, cenato con un re
E mi sono tuffata in un oceano senza fondo.
Ho aperto un libro e mi sono fatto degli amici.
Ho condiviso le loro lacrime e risate
E seguito la loro strada con dossi e curve
fino al ‘vissero per sempre felici e contenti’.
Ho finito il libro e sono ritornata fuori.
Il mantello non può più nascondermi.
La mia sedia e la mia casa sono sempre uguali,
Ma ho un libro dentro me.”

Julia Donaldson

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Giuseppe Arcimboldo, “Il bibliotecario”, 1562

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Libri

“Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
ti rinviano a te stesso.

Lì c’è tutto ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce che cercavi
vive dentro di te.

La saggezza che hai cercato
a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.”

Hermann Hesse, “Libri”

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Ci sono libri che si scrivono

“Ci sono libri che si scrivono sulla carne stessa.
Sono cicatrici che ci parlano
e sanguinano
quando il tempo si arrende alla sconfitta
un pugno di segni che a stento
comprendiamo
e che sono stati il bacio intatto della vita.”

Ada Salas, “Ci sono libri che si scrivono”

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Carl Spitzweg, “Il topo da biblioteca”, 1850, 

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Titoli di testa
“La visita della vecchia signora alla ricerca del tempo perduto.
Racconti lontani. “Come eravamo”, sospira, “nell’inverno del nostro scontento, con il piede straniero sopra il cuore”.
“Eppure, com’era verde la mia valle. Una sera c’incontrammo, sul sentiero dei nidi di ragno. Biondo era, e bello. Mi scrisse una poesia in forma di rosa. Fu amore a prima vista.
«Baciami, stupido»
«Io ho paura»
«Se non ora, quando?»
Sapore di sale. Ma era l’uomo che sapeva troppo; chiese:
«Sei la ragazza di Bube?»
«Così è, se ti pare».
«Addio, mia bella signora»”
Una lacrima sul viso. Nostalgia.
“Oh, les beaux jours!””
Andrea Kerbaker, “Titoli di testa”
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Del non leggere
“In libreria con l’opera di Proust
non ti danno un telecomando,
non puoi cambiare
sulla partita di calcio
o sul telequiz con in premio una volvo.
Viviamo più a lungo,
ma con minor esattezza
e con frasi più brevi.
Viaggiamo più veloci, più spesso, più lontano
E torniamo con foto invece di ricordi.
Qui sono io con uno.
Lì, credo, è il mio ex.
Qui sono tutti nudi,
quindi di certo in spiaggia.
Sette volumi – pietà.
Non si potrebbe riassumerli, abbreviarli
O meglio ancora mostrarli in immagini?
Una volta hanno trasmesso un serial, ‘La bambola’,
ma per mia cognata è di un altro che inizia con la P.
E poi, tra parentesi, chi mai era costui.
Scriveva, dicono, a letto, per interi anni.
Un foglio dopo l’altro,
a velocità ridotta.
Noi invece andiamo in quinta
E – toccando ferro – stiamo bene.
Wisława Szymborska, “Del non leggere”, da “La gioia di scrivere”
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Vladimir Kush
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I libri sono pane buono
“I libri sono pane buono.
Sono barche, scialuppe, piccole astronavi,
permettono viaggi profondissimi e
velocissimi.
Ogni libro è un paesaggio.
Cupo, fosco, contratto.
Lieve, incantato, svagato.
Alcuni libri aprono la giornata,
meglio del caffellatte.
Aprono i pensieri e li portano in alto.
Altri sono un campo di battaglia
dove si lotta con il dolore,
con la sua ferocia.
Ed è buffo vederli lottare
in altri tempi, in altri luoghi.
Ogni tanto in qualche libro,
trovi un’anima gemella.
Perché i libri sono pane buono.
E la digestione non è forzata.
È una lenta assimilazione
dei succhi, degli umori migliori,
certe frasi, o passaggi dimenticati
risaltano fuori all’improvviso,
animaletti guida
nelle strade del quotidiano.
I libri sono amici,
ti aspettano, a volte per anni,
nelle pieghe di una libreria.
A loro piace essere chiamati
per amore, non per obbligo.
Quando la loro parola necessaria
si unirà al necessario tuo cuore,
allora succederà il miracolo:
diventeranno sangue, il tuo.”
Gianluigi Gherzi, da “Alfabeti della gioia”, 2022
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Cosa c’è ancora da fare
per il settantesimo di Peter Handke
“Raccogliere le noci
prima che se le prenda lo scoiattolo;
mettere l’ombra in sicurezza,
parlare con la matita
quando questa rifiuta le parole;
non voler trovare il nemico
che cova nel non-pensato;
leggere nelle nuvole
nell’interminabile epos
su forma e trasfigurazione;
togliersi il sasso dalla fronte;
fare allo stupore la grazia di una proroga.
E non dimenticare: di andare nel posto
dove si è cacciato il libro,
il libro con le pagine vuote,
il libro vuoto, il libro.”
Michael Krüger, da “Spostare l’ora”, 2015 – Traduzione di A. M. Carpi
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Nell’immagine: Tracy Lundgren, “Le storie della nostra vita”

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