Pensieri

Maternità

15.02.2022

“Maternità e paternità: la prima è facoltà generativa di donna, la seconda, a volte indiziaria, contribuisce molto meno all’evento della riproduzione, nella misura di pochi minuti contro nove mesi. Ho sentito dire da una donna del Sud che, riguardo ai figli, il marito è solo sangue prestato.

E’ improprio che di opere e azioni  si dichiari la paternità anziché la maternità. Un artista, un terrorista sceglie una rivendicazione di paternità credendo con ciò di assumersene l’intera responsabilità, proprio mentre nomina la componente che ne ha meno. In una tragedia di Racine è scritto il verso che riassume il movente di molte rivendicazioni di atti di sangue. Hermione fa uccidere Pirro e così dice: Ma vengeance est perdue /  s’il ignore en mourant / que c’est moi qui le tue: la mia vendetta è perduta se lui ignora morendo che sono io a ucciderlo. Si è così abituati ai comunicati allegati ai fatti di sangue, che in loro mancanza si aggiunge con rammarico che il tale attentato non è stato ancora rivendicato. Si prega di indicare il mittente. In rovesciamento di fini e di valori, alcuni rivoluzionari arrivarono a uccidere solo per poter dare pubblica voce ai loro comunicati. La vita di una persona divenne in quei casi solo un francobollo, una tassa pagata per recapitare un messaggio. Anche l’artista a volte dichiara la paternità dell’opera e alcuni si sentono compiutamente padri dei loro manufatti. Eppure la paternità è così labile da doversi difendere con la legge. In natura solo mater semper certa est. Il pater invece rientra sotto il titolo di una vecchia serie televisiva: C’ero anch’io. E’ una testimonianza.

Quando Papa Luciani avanzò l’ipotesi teologia che Dio fosse anche madre, intendeva accollare al creatore la responsabilità principale di aver messo al mondo il mondo, che è stato un atto generativo di tumultuosa e deliberata maternità.”

Erri De Luca, da “Alzaia”, 1997

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Foto di Sonia Simbolo

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