Pensieri

Perché ci si innamora?

02.03.2022
“Perché ci si innamora? Nulla di più semplice. Ti innamori perché sei giovane, perché stai invecchiando, perché sei vecchio, perché la primavera se ne va, perché comincia l’autunno; perché hai troppa energia, perché sei stanco; perché sei allegro, perché sei contento; perché qualcuno ti ama, perché qualcuno non ti ama… Trovo troppe risposte: forse la domanda non è poi tanto semplice (…)
La prima grande storia d’amore del mondo occidentale, quella di Tristano e Isotta, è la storia di una ribellione. Ami per sfidare un marito o una moglie, per sfidare i tuoi genitori, per opposizione agli amici e a un ambiente, per sfidare tutti coloro che ti hanno contrastato in qualche modo. A un tratto neghi la loro importanza, dimentichi addirittura la loro esistenza. Gli innamorati cercano la solitudine, ma la solitudine non è stata data loro, l’hanno afferrata come una sfida. L’amore non avrebbe la sua cupa violenza se non fosse sempre, all’inizio, una specie di vendetta: contro una società chiusa alla quale puoi ad un tratto appartenere; contro un paese straniero nel quale puoi ad un tratto mettere radici; contro una cerchia provinciale alla quale puoi ad un tratto fuggire (…).
L’amore ci coglie sovente di sorpresa. Soltanto quando incontriamo l’uomo, la donna, che soddisfa la nostra aspettativa, quell’aspettativa si rivela a noi. Ma già prima  avevamo in noi mascherato o travestito, quel vuoto, quella necessità. Non ti innamori quando sei completamente felice o sulla cresta dell’onda, ma solo quando la vita ha perso il suo sapore. Non ti innamori neppure alla vigilia di un lungo viaggio, ma piuttosto in un ambiente estraneo e soprattutto nel dispiacere di veder finire il viaggio (…).
L’amore non nasce quando la vita colma i tuoi desideri, né quando ti schiaccia, ma si presenta solo a coloro che, apertamente o in segreto, desiderano un cambiamento. È allora che ti aspetti l’amore e ciò che l’amore porta: attraverso un’altra persona, un mondo nuovo ti viene rivelato e donato.
Quali che siano i valori, i simboli, o il ruolo, nessuno desterà il mio amore a meno che io non lo veda essenzialmente come l’Altro. Se si annette a me perde il potere di portarmi in un altro mondo. È perciò che dall’invidia nasce così di sovente l’amore. Il solo fatto che un uomo, o una donna ti sfugga può bastare: cominci a proiettare su di lui tutte le qualità che cerchi nell’Altro. Però se si rifiuta con troppa ostinazione allora non ti aspetti più nulla da lui: l’amore abortisce (…).
I masochisti e tutti coloro che hanno scelto la disfatta cadono in un’altra trappola: amano coloro ai quali sono indifferenti. Puoi infatti amare non solo per la gioia di amare o per la gloria di essere amato, ma talvolta anche per la lacerante amarezza di non essere amato.
E qui ritorno al punto di partenza. Perché ci si innamora? Nulla di più complesso: perché è inverno, perché è estate; per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero; per debolezza, per forza, per bisogno di sicurezza, per amore del pericolo; per disperazione, per speranza; perché qualcuno non ti ama, perché qualcuno ti ama…”
Simone de Beauvoir, da “Quando tutte le donne del mondo”, 1982
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Foto di Sonia Simbolo

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