Linguaggi

La poesia si fa Corona

03.03.2022

“Un tricolore ha lasciato il suo segno nel cielo sembrava essere uscito da un arcobaleno
Un tricolore trasformato in sole trasformato in mare trasformato in sangue
Un tricolore in volo che portava con sé i sogni di un popolo libero allegro, solidale, coraggioso che non rinuncia alla morte per i propri sogni.”

Alejandrina Reyes, da “Poesie col cuore infranto e un canto di speranza in periodo di pandemia”

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Street art di Fake (Amsterdam) 

 

 

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Nove marzo Duemilaventi

 

“Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.
Adesso siamo a casa.
È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.
È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.
Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.
Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.
A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.

 

Mariangela Gualtieri

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Bristol: La street art di Bansky, ispirata a “La ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer, ritoccata da uno sconosciuto con l’aggiunta di una mascherina 

 

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Il cantico delle paure

“Lavatevi le mani
ma andate scalzi
e baciate la terra ferita.
Starnutite pure nel gomito
ma leccate le lacrime di chi piange.
Non viaggiate a vanvera
ora è tempo di stare fermi
nel mondo
per muoversi in noi stessi
dentro gli spazi sottili
del sacro e l’umano.
Indossate pure le mascherine
ma fatene la cattedrale del vostro respiro,
del respiro del cosmo.
Ascoltate pure il telegiornale
che finalmente parla di noi
e del più grande miracolo
mai capitato:
siamo vivi
e non ci rallegra morire.
Per ogni nuovo contagio
accarezza un cane
pianta un fiore
raccogli una cicca da terra,
chiama un amico che ti manca
narra una fiaba a un bambino.
Ora che tutti contano i morti
tu conta i vivi,
e vivi per contare,
concedi solo l’ultimo istante
alla morte
ma fino ad allora
vivi all’infinito,
consacrati all’eterno.”

Andrea Melis, “Il cantico delle paure”

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Dettaglio tratto dalla copertina del libro di Xavier Tapies “La street art ai tempi del Coronavirus” 

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E quando la curva del contagio scenderà

 

“E quando la curva del contagio scenderà
e i governi annunceranno che ce l’abbiamo fatta
Per favore
non tornate all’immortalità,
non indossate più l’abito da invincibili,
intransigenti,
insopportabili,
non dimenticate quello che avete provato.
Per favore
siate vulnerabili per sempre
Continuate a cantare sui balconi
Continuate ad applaudire alle donne delle pulizie
alle cassiere, alle vostre madri.
Non dimenticate che siete solo umani
che siete fragili
che siete finiti
e prendetevi cura della vita, del pianeta
e di tutti gli esseri del mondo
fino al giorno della morte
come se aveste imparato qualcosa.

Juls Heme

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Rasmus Balstrøm @ Los Angeles, USA

 

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Covid -19

 

“Il covid-19 ha una vibrazione di 5.5 hz, muore sopra i 25.5 hz.
Per gli esseri umani con vibrazione più alta il virus è una semplice influenza.
I motivi per avere una bassa vibrazione possono essere:
-stanchezza
-paura
-tensione nervosa
-rabbia
-odio
Per questo dobbiamo vibrare in alto e non guardare costantemente le notizie: perché non ci abbassi la frequenza.
La frequenza della terra oggi è 27,4 hz ma ci sono posti che vibrano molto in basso come:
-ospedali
-centri assistenziali
-bar
-carceri
-sotterranei
-ecc…
É dove la vibrazione scende a 20 hz o meno.
Per gli esseri umani con vibrazione bassa, il virus diventa pericoloso.
Dolore: da 0,1 a 2 hz
Paura: da 0,2 a 2,2 hz
Irritazione: da 0,9 a 6,8 hz
Rumore: da 0,6 a 2,2 hz
Orgoglio: 0,8 hz
Abbandono: 1,5 hz
Superiorità: 1,9 hz

Generosità: 95 hz
“Grazie” veri: 150 hz
Compassione: 150 hz o più.
Amore per il prossimo e per tutti gli esseri viventi: 150 hz e più.
Amore incondizionato e universale: a partire dai 205 hz
Allora, andiamo a Vibrare in Alto!!!
Cosa ci aiuta a Vibrare in Alto?
Amare. Sorridere. Benedire.
Giocare, dipingere, cantare, ballare, godersi la vita, Arti Marziali Tradizionali, Reiki, Meditare, Biodanza, Yoga, Taichi, Camminare al Sole, fare Esercizio Fisico, Godersi la Natura.
Nutrirsi con i cibi che ci dà la terra: semi, chicchi, cereali, legumi,frutta e verdura…
Bere acqua.

Tutto ciò ci aiuta a Vibrare in Alto.
La vibrazione della preghiera è pari a 120 hz e arriva ai 350 hz.
Bisogna pregare, cantare, ridere, amare, vivere!”

Fonte: VIETATO CALPESTARE I SOGNI ©ELISA, Covid-19, dal libro “Power contro Forza”

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 Lionel Stanhope 

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Street artist Gnasher 

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Sentivo…

 

Drinn! Come la dannata sveglia
che mi buttava giù dal letto presto
e che ora non suona più;
Brumm! Come il rumore delle macchine
che sentivo passare per strada
e che ora non passan più;
Bla Bla Bla! Come le infinite chiacchiere
che facevo in corriera con i miei amici
e che ora non faccio più;
Boomm! Come il rumore della porta
che sentivo al ritorno di mia madre
e che ora non esce più.
Con questa sconosciuta e sconvolgente emergenza
questi suoni per me così normali
non esistono più…
Nel silenzio, rimango solo io, un po’ più tranquillo
e a farmi compagnia il sol telefono
che per fortuna ora può tutto fare.

 

Matteo Celsini, da “La poesia e la vita al tempo della pandemia”, Gli studenti del 2020 in  occasione della giornata mondiale della poesia, IIS Primo Levi, Vignola (Mo), Classe 3^C 

 

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Street artist Nello Petrucci

 

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Tutto Cambia

 

“Tutto ci sembrava normale,
Sino a quando
Qualcosa compare.
Andavamo troppo di corsa,
Per uno strano volere
Dobbiamo frenare.
Come in un film
A rallentatore
La vita cambia valore.
Ogni contatto
Diventa proibito,
Ogni stretta di mano
Un privilegio sbiadito.
Un tempo infinito
Confonde le idee
Con la speranza
Che sempre vale.
Ad ogni soffio di vento
Qualcuno si è spento.
In questo tempo
Che va a rilento,
Resta quel senso
Di grande forza
Che aiuta la vita
In ogni circostanza.
Con grande coraggio
Attendiamo nel domani,
Un raggio di sole
Che scaldi ogni cuore.”

 

Lorenzo Restelli, da “Pandemia in poesia”, realizzato dalla 3B Cerese

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Street art di Pony Wave

 

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Guarire
“E la gente rimase a casa
e lesse libri e ascoltò
e si riposò e fece esercizi
e fece arte e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
e ascoltò più in profondità
qualcuno meditava
qualcuno pregava
qualcuno ballava
qualcuno incontrò la propria ombra
e la gente cominciò a pensare in modo differente
e la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
in modi ignoranti
pericolosi
senza senso e senza cuore,
anche la terra cominciò a guarire
e quando il pericolo finì
e la gente si ritrovò
si addolorarono per i morti
e fecero nuove scelte
e sognarono nuove visioni
e crearono nuovi modi di vivere
e guarirono completamente la terra
così come erano guariti loro.
Kathleen O’Meara, “Guarire”

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