Pensieri

Sillogismi dell’amarezza

19.03.2022

“Che lo vogliamo o no, siamo tutti psicoanalisti, amanti dei misteri del cuore e della mutanda, palombari degli orrori. Guai allo spirito dagli abissi chiari!”

“Appena adolescente, la prospettiva della morte mi gettava nell’angoscia; per sfuggirvi mi precipitavo al bordello o invocavo gli angeli. Ma, con l’età, ci si abitua ai propri terrori, non si fa più niente per liberarsene, ci si imborghesisce nell’Abisso. – E se ci fu un tempo in cui invidiavo quei monaci egiziani che scavavano le loro tombe per versarvi lacrime, oggi scaverei la mia per non lasciarvi cadere altro che cicche.”

“Il pallore ci mostra fino a che punto il corpo può capire l’anima.”

“L’uomo secerne disastro.”

“Noi amiamo sempre… malgrado tutto; e questo «malgrado tutto» copre un infinito.”

“Non si dà equilibrio politico senza nullità di buona lega. Chi provoca le catastrofi? Gli irrequieti, gli impotenti, gli insonni, gli artisti falliti che hanno portato corona, spada o uniforme e, più che tutti loro, gli ottimisti, quelli che sperano a carico degli altri.”

“La psicoanalisi, tecnica che pratichiamo a nostre spese, degrada i nostri rischi, i nostri pericoli, i nostri abissi; essa ci spoglia delle nostre impurità, di tutto ciò che ci faceva curiosi di noi stessi. “

“Vago attraverso i giorni come una puttana in un mondo senza marciapiedi.”

“Non contento delle sofferenze reali, l’ansioso se ne impone di immaginarie; è un essere per il quale l’irrealtà esiste, deve esistere: altrimenti, da dove trarrebbe la razione di tormenti che la sua natura esige?”

“Le «verità»: non vogliamo più sopportarne il peso, né esserne vittime o complici. Sogno un mondo dove si morirebbe per una virgola.”

“Ogni occidentale tormentato fa pensare ad un eroe dostoevskiano con un conto in banca.”

“La sguaiatezza verbale dei pornografi deriva il più delle volte da un eccesso di pudore, dalla vergogna di mettere in mostra la loro «anima» e soprattutto di nominarla: in nessuna lingua esiste parola più indecente.”

“Il divenire: un’agonia senza epilogo.”

“La libertà è il bene supremo solo per quelli che sono animati dalla volontà di essere eretici.”

“Mille anni di guerra hanno consolidato l’Occidente; un secolo di «psicologia» lo ha ridotto allo stremo.”

“Nella ricerca del tormento, nell’accanimento alla sofferenza, solo il geloso può competere con il martire. Eppure, si canonizza l’uno e si ridicolizza l’altro.”

“Chi vuole ancora combattere? L’eroe è sorpassato; non esiste altro ormai che la carneficina impersonale. Siamo fantocci chiaroveggenti, capaci giusto di fare moine davanti all’irrimediabile.”

“Obiezione contro la scienza: questo mondo non merita di essere conosciuto.”

“Annoiarsi è masticare tempo.”

“Fallire la propria vita significa accedere alla poesia – senza il supporto del talento.”

“Nelle prove cruciali la sigaretta è un aiuto più efficace dei Vangeli.”

“Noi amiamo sempre… malgrado tutto; e questo «malgrado tutto» copre un infinito.”

“Perché frequentare Platone, quando un sassofono può farci intravedere altrettanto bene un altro mondo?”

“Gli zingari, popolo autenticamente eletto, non portano la responsabilità di alcun evento e di alcuna istituzione. Essi hanno trionfato sulla terra per la loro attenzione di non fondarvi niente.”

“L’ora del crimine non suona nello stesso momento per tutti i popoli. Così si spiega il permanere della storia.”

“Nella stupidità c’è qualcosa di serio che, meglio orientato, potrebbe moltiplicare il numero di capolavori.”

“All’interno di ogni desiderio lottano un monaco e un macellaio.”

“Più uno spirito corre dei pericoli, più sente il bisogno di apparire superficiale, di darsi un’aria frivola e di moltiplicare i malintesi sul proprio conto.”

“In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare.”

“Sperare significa smentire
l’avvenire.”

“Se Noè avesse avuto il dono di leggere il futuro, non c’è alcun dubbio che si sarebbe fatto colare a picco.”

“Via via che liquidiamo le nostre ignominie, gettiamo anche le nostre maschere. Viene il giorno in cui il gioco finisce: niente più ignominie, niente più maschere. E niente più pubblico. – Abbiamo presunto troppo dei nostri segreti, della vitalità delle nostre miserie.”

Émile Michel Cioran, da “Sillogismi dell’amarezza”, 1952

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Immagine: Tomi Ungerer, “Les Trois Brigands”, 1961

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