Affabulazioni

Dio vi benedica, signor Rosewater

05.04.2022

“Salve, piccini. Benvenuti sulla Terra. È calda d’estate e fredda d’inverno. È rotonda, umida ed affollata. Al massimo, piccini, avrete un centinaio d’anni da passare qui. E c’è solo una regola che conosco, piccini… Maledizione, dovete essere buoni.”

“Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi, quello che ci fanno gli equivoci tremendi, gli errori, gli incidenti e le catastrofi. Voi siete i soli abbastanza stupidi per tormentarvi al pensiero del tempo e delle distanze senza limiti, dei misteri imperituri, del fatto che stiamo decidendo proprio in questa epoca se il viaggio spaziale del prossimo miliardo di anni o giù di lì sarà il Paradiso o l’Inferno.”

Dovete tutti prendere istruzioni da me!” la coscienza grida, in effetti, a tutti gli altri processi mentali.
Gli altri procedimenti lo provano per un po’, notano che la coscienza non è placata, che continua a strillare, e notano anche che il mondo esterno non è stato nemmeno microscopicamente migliorato dagli atti altruistici che la coscienza ha richiesto.
Alla fine si ribellano.
Gettano la coscienza tirannica in un’oubliette, saldano il tombino di quell’oscuro sotterraneo. Non possono più sentire la coscienza. Nel dolce silenzio, i processi mentali cercano un nuovo leader, e il leader più pronto ad apparire ogni volta che la coscienza è calma, l’egoismo illuminato appare. L’interesse personale illuminato dà loro una bandiera, che adorano a prima vista. È essenzialmente il Jolly Roger bianco e nero”.

Kurt Vonnegut, da “Dio vi benedica, signor Rosewater”, 1965

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