Pensieri

Il misticismo del suono

08.04.2022

“Molti sono coloro che cercano dei miracoli in questo mondo. Se solo ci si accorgesse di quanti miracoli ci sono in questo mondo che è tutto un fenomeno! Più profondamente si guarda nella vita e più ampiamente questa ci si apre, allora ogni momento della nostra vita diventa pieno di miracoli e di splendore. Ciò che noi chiamiamo musica nel nostro linguaggio comune è solo una miniatura che agisce dietro ogni cosa, e che è stata la sorgente e l’origine di questa natura. Per questa ragione i saggi di tutti i tempi hanno considerato la musica un’arte sacra; poiché nella musica il veggente può scorgere l’immagine di tutto l’universo e nel regno della musica il saggio può interpretare il segreto e la natura che opera in tutto l’universo.
Questa non è un’idea nuova, eppure allo stesso tempo essa è sempre nuova. Non è nulla di così vecchio come la verità e nulla è più nuovo della verità. L’aspirazione dell’uomo è di cercare qualcosa di tradizionale, qualcosa di originale, qualcosa di nuovo: tutte queste tendenze possono venir soddisfatte con la conoscenza della verità.
Nei Veda degli indù leggiamo: «Nada Brahma essendo il Creatore – suono.» Nelle opere dei saggi dell’antica India leggiamo: «Prima il canto, poi Veda o saggezza».
Quando arriviamo alla Bibbia troviamo: «In principio era il verbo, ed il Verbo era Dio», e venendo al Corano leggiamo che il verbo fu pronunciato e tutta la creazione si manifestò. Senza dubbio il modo con cui questa parola viene usata nel nostro linguaggio comune è una limitazione di quel suono suggerito dalle Scritture.
Il linguaggio è fatto di nomi di oggetti comparativi, ma ciò che non si può confrontare è senza nome. La verità è quella che non può mai venir espressa in parole e, quello che i saggi di tutti i tempi hanno espresso in parole, è ciò che essi hanno tentato di esprimere quanto meglio potevano, con ben scarsi risultati.
Nella letteratura persiana esiste un poema di Hafiz che narra che, quando Dio ordinò all’anima di entrare nel corpo umano, che è fatto di argilla, l’anima rifiutò. Allora fu chiesto agli angeli di cantare e quando l’anima li sentì cantare entrò in quel corpo che aveva pensato fosse una prigione. È una filosofia che in questa storia viene espressa poeticamente. Hafiz disse: «La gente dice che l’anima ascoltando quel canto, entrò nel corpo, ma in realtà l’anima stessa era canto!».
Coloro che hanno esplorato la profondità della scienza materiale fin dove la scienza moderna può arrivare, non negano il fatto che l’origine di tutta la creazione sta nel movimento, in altre parole: nella vibrazione. Questo stato originale dell’esistenza della vita nella tradizione antica è chiamato suono, o il verbo.
La prima manifestazione di questo suono è quindi udibile, la manifestazione successiva è visibile. Nelle forme dell’espressione della vita, la vita si è espressa prima come suono, poi come luce. Ciò è confermato della Bibbia dove si dice che prima fu il verbo e poi venne la luce. Si trova ancora in un Sura del Corano: «Dio è la Luce del cielo e della terra».
La natura della creazione è il raddoppiamento di uno, ed è questo duplice aspetto che è la causa di tutte le dualità della vita. Questo aspetto doppio rappresenta una parte positiva ed una negativa; una è espressiva e l’altra responsiva. Quindi, in questa creazione duale, lo spirito e la natura sono faccia a faccia. Come c’è il primo aspetto che ho chiamato suono, ed il seguente che ho chiamato luce, in questi aspetti per natura opposti, o aspetti responsivi, all’inizio agisce solo la luce, e quando la creazione si approfondisce di più vi è il suono. Nella natura che è opposta allo spirito, ciò che si manifesta dapprima è la luce, oppure ciò a cui l’uomo reagisce inizialmente è la luce; ciò a cui l’uomo risponde dopo e che lo commuove più profondamente: è il suono.
Il corpo umano è un veicolo dello spirito, un veicolo completo che sperimenta tutti gli aspetti diversi della creazione. Ciò non vuol dire che tutte le altre forme o nomi esistenti in questo mondo – alcuni come oggetti ed altri come creature – non rispondano all’espressione dello spirito. In verità ogni oggetto è rispondente allo spirito ed al lavoro dello spirito che è attivo in tutti gli aspetti, nomi e forme dell’universo. Nella grande opera
di Maulana Rumi, un poeta e mistico persiano, si legge che la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria sono oggetti davanti all’uomo, ma esseri viventi davanti a Dio: essi agiscono al Suo comando, così come l’uomo comprende che gli esseri viventi lavorano sotto il comando di un capo.
Se la creazione intera può essere ben spiegata, è attraverso le fasi del suono o della vibrazione che si sono manifestate in diversi gradi tutte le varie forme nella vita. Gli oggetti, i nomi e le forme non sono altro che l’espressione delle vibrazioni in aspetti diversi. Perfino tutto ciò che noi chiamiamo materia o sostanza, e tutto ciò che non sembra che parli o risuoni, in realtà è vibrazione.
La bellezza dell’intera creazione è che essa ha agito in due direzioni; nell’una si è espressa e nell’altra si è resa matrice con lo scopo di rispondere. Per esempio, vi è la sostanza, la materia da toccare, e vi è un senso del tatto. Vi è un suono e contemporaneamente vi è il senso dell’udito per percepire il suono. Vi è la luce, vi è la forma, vi sono i colori e nello stesso tempo ci sono gli occhi per vederli. Ciò che l’uomo chiama bellezza è l’armonia di tutto ciò che egli prova. Cos’è dopo tutto la musica? Ciò che chiamiamo musica è l’armonia delle note udibili. In realtà vi è musica nei colori, vi è musica nelle linee, vi è musica nella foresta dove si trova una varietà di alberi e di piante, nel modo in cui essi sono in armonia tra di loro. Più ampiamente si osserva la natura e più essa attira l’anima. Perché? Perché là c’è musica. A seconda di quanto più profondamente si guarda nella vita e di quanto più ampiamente si osserva la vita, si ascolta la musica sempre di più, la musica che risponde a tutto l’universo. Ma chi ha il cuore aperto, non ha bisogno di andare nella foresta, può trovare la musica anche in mezzo alla gente. Attualmente le idee umane sono così mutate a causa del materialismo, che non vi è alcuna differenza di personalità. Se però si studia la natura umana, si può osservare che nemmeno un pianoforte di mille ottave è in grado di riprodurre la varietà che la natura umana rappresenta: come la gente è d’accordo con alcuni ed è in disaccordo con altri; alcuni diventano amici dopo un contatto di un momento ed altri non riescono a fare amicizia dopo mille anni. Se solo si potesse vedere a quale diapason le varie anime sono intonate, quale standard ha la gente diversa! A volte ci sono due persone in disaccordo, arriva una terza persona, e tutti insieme si accordano. Non è forse questa la natura della musica? Più si studia l’armonia della musica e poi si studia la natura umana -come la gente si combina e si rifiuta, come vi è dell’attrazione e della repulsione – e più si noterà che tutto questo è musica!
Ora c’è un altra cosa da capire. Ciò che l’uomo conosce è generalmente il mondo che vede intorno a sé. Poche persone si danno la pena di pensare che vi sia qualcosa oltre a ciò che realizzano intorno a sé. Per molte è solo una storia, quando vengono a sapere che vi sono due mondi. Ma se noi guardassimo profondamente dentro noi stessi, potremmo vedere che non vi sono soltanto due mondi, ma che esistono così tanti mondi che sono al di là di ogni espressione. Quella parte del nostro essere che è ricettiva è nell’uomo medio quasi sempre chiusa. Ciò che egli sa fare è esprimere verso l’esterno e riavere da questa stessa sfera tanto quanto è capace di ricevere da sé. Per esempio, la differenza tra un uomo semplice ed una persona riflessiva con una comprensione più profonda, è che mentre la persona semplice riceve una parola solo con gli orecchi, la persona riflessiva ha ricevuto la stessa parola fino nella sua mente. Così la stessa parola ha raggiunto gli orecchi dell’una ed il cuore dell’altra. Quest’uomo i cui orecchi sono stati toccati dalla parola, ha soltanto visto la parola, ma colui il cui cuore è stato toccato dalla parola ha visto più profondamente. Se questo semplice esempio è vero, si può capire che mentre un individuo vive solo nel mondo esterno, un altro vive in due mondi ed un terzo può vivere in molti mondi contemporaneamente. Quando qualcuno chiede: «Dove sono questi mondi? Sono oltre il cielo o giù sotto la terra?» la risposta è che tutti questi mondi sono nello stesso posto dove noi ci troviamo. Come ha detto un poeta: «Il cuore dell’uomo, una volta allargatosi, diviene più grande di tutti i cieli».
Eminenti pensatori di tutti i tempi hanno quindi ritenuto che l’unico principio per svegliarsi alla vita è il principio di liberarsi del proprio io. In altre parole, facendo di se stessi una dimora più chiara e completa allo scopo di ospitare più pienamente e completamente tutte le esperienze. Tutta la tragedia della vita, tutte le sue pene ed afflizioni, appartengono per lo più alla superficie della vita nel mondo. Se si fosse interamente consci della vita, se si potesse armonizzare con la vita, se si potesse percepire la vita, non sarebbe necessario cercare dei miracoli, non sarebbe necessario comunicare con gli spiriti, poiché ogni atomo in questa vita è un miracolo per colui che guarda con gli occhi aperti.
Rispondendo alla domanda quale sia l’esperienza di coloro che si immergono profondamente nella vita e che raggiungono la parte interiore più profonda, c’è una poesia persiana di Hafiz che dice: «Io non so quanto sia lontana la destinazione, ma so che da lontano una musica arriva ai miei orecchi». La musica delle sfere – secondo il punto di vista dei mistici – è come il faro nel porto che l’uomo può vedere dal mare e che gli promette che si sta avvicinando sempre di più alla sua destinazione.
Allora ci si può chiedere: che musica è mai questa? Se nell’essenza della vita non vi fosse l’armonia, la vita non avrebbe creato armonia in questo mondo mutevole. L’uomo non avrebbe sentito il desiderio di qualcosa che non esisteva già nel suo spirito. Ogni cosa in questo mondo che sembra mancare d’armonia è in realtà una limitazione della propria visione dell’uomo. Più si amplia l’orizzonte delle sue osservazioni, più egli godrà l’armonia della vita. Nella parte più profonda dell’essere umano l’armonia dell’operato dell’intero universo viene riassunta in una musica perfetta. Perciò la musica che è la fonte della creazione, la musica che si trova vicino allo scopo della creazione, è la musica delle sfere. Essa viene udita e goduta da coloro che raggiungono la parte più profonda della loro propria vita.”

Hazrat Inayat Khan, da “Il misticismo del suono”, 1923

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