Affabulazioni

Zeus, lo zuzzurellone dell’Olimpo

03.05.2022

Diciamocelo che solo i Greci antichi potevano inventarsi un Dio padre come Zeus, che più che a reggere l’universo sembra perennemente impegnato a inseguire gonnelle.

La vita di Zeus assomiglia ad una lunga cena elegante ad Arcore: non c’è dea, semidea, ninfa o mortale decente che non si sia ritrovata prima o poi a subire le attenzioni del signore dell’Olimpo. Che dietro a tutta questa attività deduttiva ci potesse essere un vago complesso di Edipo, non è improbabile. Del resto il nostro Zeus aveva avuto una infanzia complicata, con un pare Crono che avrebbe voluto mangiarselo appena nato e una madre Rea che lo affida, per salvarlo, ad una capra e ad un gruppo di sacerdoti casinisti, i Cureti, per la versione mitologica di Tre uomini e una culla.

Che il piccolo ne venga fuori con qualche problema di relazione è comprensibile, soprattutto perché appena cresciuto mamma lo invia a detronizzare papà.

Insomma, diciamocelo, con questa bella storia alle spalle, che il nostro Zeus avesse una idea della famiglia e della fedeltà coniugale tutta sua si capisce. Aggiungeteci il fatto che si sposa la dea più rompiballe in assoluto, quella Hera o Giunone che, con tutto che è cornuta, non riesce mai a suscitare la minima simpatia nemmeno fra le femministe più accanite.

Da figlie e figli Zeus non ha poi queste grandi soddisfazioni: Atena è saccente e spocchiosetta, Artemide preferisce stare fra i boschi per conto suo; fra i maschi Ermes è un ladro, Ares una testa calda, Apollo un fighetto ed Efesto,l’unico che abbia cervello, da bravo nerd si chiude nella sua officina ed evita fratelli e parenti quanto più può. L’amore della sua vita, Teti, non la può sposare per via di una profezia e gli tocca darla ad un mortale perché nasca Achille; Alcmena, per cui è uscito pazzo, se lo fila così poco che per riuscire a portarsela a letto deve travestirsi e far finta di essere il marito, Anfitrione. E diciamocelo,il figlio he ne esce, Ercole, bravo ragazzo, eh, ma non proprio un genio.

E Zeus resta lì, a reggere l’universo, e sorbirsi i concili degli dei, che sono noiosi quanto una seduta a Montecitorio all’ennesima potenza. Bello, potente, autorevole quanto si vuole, ma non è poi strano che appena arriva il cristianesimo passi la mano subito subito, e si ritiri in pensione.

Me lo immagino con un cappello in testa, su una spiaggia tropicale dove nessuno ha mai sentito parlare di mitologia classica, che gioca a briscola con gli amici, sposato con una procace barista dal sano buon senso e dalla battuta pronta che gli risolve i problemi senza farne un dramma, finalmente libero e senza scocciature. Perché manco se sei il padre degli dei ti riesce di essere felice, a sto mondo, eh.

Galatea Vaglio
Fonte: https://galateavaglio.com/author/ilmondodigalatea/

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Immagine: Jean-Auguste-Dominique Ingrès, “Giove implorato da Galatea”, 1811

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