Magazzino Memoria

Charlotte Salomon, la pittrice uccisa ad Auschwitz

01.06.2022
“La mia vita è iniziata quando mia nonna ha deciso di prendere la sua, quando ho scoperto che tutta la famiglia di mia madre faceva la stessa cosa, quando ho scoperto di essere l’unica sopravvissuta, e quando ho sentito la stessa inclinazione nel profondo di me, brama di disperazione e morte.”
“Sono diventata mia madre, mia nonna. Ho imparato a percorrere tutte le loro strade e sono diventata tutti loro … Sapevo di avere una missione e nessun potere sulla terra poteva fermarmi.”
“E con gli occhi risvegliati dal sogno vide tutta la bellezza intorno a lei, vide il mare, sentì il sole e sapeva che doveva sparire per un po’ dalla superficie umana e fare ogni sacrificio per creare di nuovo il suo mondo dal profondità.
E da lì è nata la vita o il teatro?”
“E, come è accaduto per tutti in questa epoca, nessuno essendo in grado di ascoltare l’altro e tutti mettendosi a parlare di se stessi, è sorto in questa persona [Charlotte Salomon parla di se stessa], allo stesso tempo segnata dal dolore e appena al di sopra della mischia, un sentimento di grande impotenza alla vista di tutti questi esseri che tentano di aggrapparsi al ramo più piccolo, mentre infuria la più terribile delle tempeste.”
Charlotte Salomon
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«Charlotte Salomon nasce a Berlino nel 1917, in una famiglia dell’alta borghesia ebraica. Albert, il padre, è un importante chirurgo e docente universitario. Il nome Charlotte le viene imposto in ricordo della sorella minore di sua madre Franziska, suicidatasi qualche anno prima. La bambina cresce felice fino a che anche sua madre si toglie la vita, circostanza che alla piccola Charlotte viene taciuta. Qualche tempo dopo, Albert Salomon conosce e sposa la celebre contralto Paula Lindberg (anche lei di origini ebraiche), che avrà un’importanza decisiva nella vita della figliastra. Il rapporto assume toni conflittuali man mano che la vocazione artistica di Charlotte si precisa, sottovalutata, se non apertamente ostacolata, dalla matrigna. A complicare il tutto provvede l’arrivo di un personaggio decisivo, sia per la vita reale, che per l’opera di Charlotte. Si tratta di Alfred Wohlfson, singolare figura di trainer vocale e psicoterapeuta, il quale entra nella cerchia dei Salomon per insegnare a Paula i propri metodi. Charlotte si innamora dell’uomo, che ha vent’anni più di lei, una fidanzata ufficiale e ha, a sua volta, concepito un’adorazione per Paula. Questo singolare triangolo, fondamentale dal punto di vista emotivo e dello sviluppo intellettuale e artistico di Charlotte, innerva la sezione principale della sua opera. Nel frattempo, l’avvento del nazismo ha spezzato le carriere di Albert e Paula sconvolgendo la vita della famiglia. Nonostante le persecuzioni, Charlotte viene ammessa all’Accademia di belle arti di Berlino, ultima allieva ebrea, per i meriti del padre durante la Grande guerra. La sua carriera è però punteggiata da continue discriminazioni, tanto che, al secondo anno, decide di interromperla. Mentre lo stesso Albert Salomon deve subire un periodo di internamento, Charlotte viene mandata in Costa azzurra, dove i nonni materni hanno trovato rifugio presso Ottilie Moore, ricca benefattrice d’origine tedesca, che si dedica al soccorso degli ebrei e che incoraggia, anche materialmente, l’attività artistica della ragazza. Lo scoppio della guerra getta la nonna in uno stato di grave depressione che culmina in un tentativo di suicidio. È in seguito a questo episodio, che Charlotte apprende dal nonno la lunga catena di suicidi che ha funestato la parte femminile della famiglia. Un nuovo tentativo della donna, nonostante i disperati sforzi di Charlotte di tenerla ancorata alla vita, riesce, e Charlotte, per esorcizzare quello che sente come un destino comune, decide di intraprendere la sua opera. È così che nell’arco di due anni (1940-’42) in mezzo a sacrifici di tutti i tipi, nasce Vita? O teatro?. Nell’ottobre del 1943, la ragazza, che qualche tempo prima ha sposato un altro rifugiato ebreo, Alexander Nagler, di cui è incinta, viene catturata dai nazisti e inviata ad Auschwitz dove viene assassinata probabilmente il 10 ottobre 1943, giorno stesso del suo arrivo».

Massimo De Pascale, curatore della pubblicazione “Vita? o Teatro?”, edita da Castelvecchi Editore nel 2019 e  contenente 781 tempere e i fogli manoscritti originali
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Nelle immagini: Alcune delle tavole di Charlotte, che lei stessa ha intitolato “Vita? o teatro?” 
                            L’immagine in evidenza è un suo autoritratto
Ritratto tricefalo di Charlotte
con i genitori Albert e Franziska Salomon
Charlotte bambina nel letto con la madre

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