“Due cose che non ho deciso io hanno determinato la mia vita: il paese in cui sono nata e il sesso col quale sono venuta al mondo […] Non sono stata ribelle fin da piccola. Al contrario. Niente faceva presagire ai miei genitori che la creatura ammodo, dolce e garbata, delle mie fotografie infantili si sarebbe trasformata nella donna rivoluzionaria che tolse loro il sonno. […] Sono stata due donne e ho vissuto due vite. Una delle due donne voleva far tutto secondo i canoni classici della femminilità: sposarsi, fare figli, nutrirli, essere docile e compiacente. L’altra aspirava ai privilegi maschili: sentirsi indipendente, essere considerata per se stessa, avere una vita pubblica, la possibilità di muoversi, amanti. Ho consumato gran parte della vita alla ricerca di un equilibrio tra queste due donne, per unirne le forze, per non essere dilaniata dalle loro battaglie a morsi e graffi. Penso di avere ottenuto, alla fine che entrambe le donne coesistessero sotto la stessa pelle. Senza rinunciare a sentirmi donna, credo di essere riuscita a essere anche uomo.”
“Noi giovani eravamo stati presi da una specie di sgradevole rassegnazione. L’unica scelta possibile era quella dei sandinisti […]. I sandinisti, però, non erano un’alternativa per noi: erano guerriglieri. Proponevano la lotta armata, la violenza, il socialismo. Avevano spesso scontri con la dittatura. […] Il martirio dei sandinisti, la loro tenacia, ispirava rispetto, ma erano considerati pericolosi, sovversivi, comunisti. Operavano nella clandestinità. Tra la gente della mia classe non si parlava di loro. Li si temeva.”
“In Costa Rica composi poca poesia. […] Mi resi conto in quel momento della simbiosi che c’era tra la mia poesia e il Nicaragua […]. La mia poesia continua a essere l’espressione del corpo e prende forma quando la mia anima ritorna alle sue radici.”
“Non riuscivo a stare sola. Avevo rischiato di essere colpita dalle pallottole, di morire, avevo trafficato in armi, pronunciato discorsi, vinto premi, partorito figli, e tante altre cose, ma non sapevo com’era la vita senza il pensiero di un uomo, senza l’amore di un uomo. Non sapevo chi ero davvero, senza il punto di riferimento di qualcuno che mi nominasse e mi facesse esistere con il suo amore.”
Gioconda Belli