Affabulazioni

Leggenda zen: Il mio ego

27.08.2022

Un giorno una persona salì sulla montagna dove si rifugiava una donna eremita che meditava, e le chiese:

– “Cosa fai in tanta solitudine?”

Al che lei rispose:
– “Ho un sacco di lavoro da fare.”

– “E come fai ad avere così tanto lavoro? …non vedo niente qui…”

– “Devo allenare due falchi e due aquile, tranquillizzare due conigli, disciplinare un serpente, motivare un asino e domare un leone.”

– “E dove sono? …non li vedo…”

– “Li ho dentro.”

– “I falchi si lanciano su tutto quello che mi viene presentato, buono o cattivo, devo allenarli a lanciarsi su cose buone. Sono i miei occhi.”

– “Le due aquile con i loro artigli feriscono e distruggono, devo insegnare loro a non fare del male. Sono le mie mani.”

– “I conigli vogliono andare dove vogliono, scappano dall’affrontare situazioni difficili, devo insegnare loro a stare tranquilli anche se c’è sofferenza o ostacoli. Sono i miei piedi.”

– “L’asino è sempre stanco, è testardo, molto spesso non vuole portare il suo peso. È il mio corpo.”

– “Il più difficile da domare è il serpente. Anche se è rinchiuso in una gabbia robusta, è sempre pronto a mordere e avvelenare chiunque sia vicino. Devo disciplinarlo. È la mia lingua.”

– “Ho anche un leone. Oh… è fiero, vanitoso, crede di essere il re. Devo domarlo. È il mio ego.”

– “Come vedi, amico, ho molto lavoro da fare. E tu? A cosa stai lavorando?”.

Antica leggenda Zen

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Foto di Sonia Simbolo

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