Immagini

William Klein, l'”anti-fotografo”

13.09.2022
“Venendo da una pittura geometrica da cui il mondo esterno era escluso, la fotografia sembrava una finestra aperta sulla vita. Potevo mostrare cosa vedevo e come pensavo. Se volete, ero un artista che usava la fotografia ma non per fare dell’arte, al contrario, piuttosto per rifarla.”
“Io fotografo ciò che vedo di fronte a me, vado molto vicino al soggetto e uso un obiettivo grandangolare per non lasciare fuori dall’inquadratura parti di immagine.”
“Stavo fotografando per me stesso. Mi sentivo libero. Fotografare è stato molto divertente per me. Ero davvero entusiasta in attesa di vedere se le immagini sarebbero venuto fuori il giorno successivo. Io non sapevo nulla di fotografia, ma ho amato la macchina fotografica.”
William Klein (New York, 19 aprile 1926 – Parigi, 10 settembre 2022), fotografo, scultore, pittore, regista

“Per me, fare una fotografia era fare un’anti-fotografia”. Considerando l’obiettività una vera “sciocchezza”, cercò furiosamente nuovi moduli espressivi, attingendoli soprattutto dalla street photography e rivoluzionandone i canoni di equilibrio e di obiettività imposti dallo stile di Henry Cartier Bresson. “Le mie fotografie sono frammenti di un urlo senza forma che cerca di dire chissà cosa”

 

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