Pensieri

Imparare ad imparare

19.09.2022

NON SI PUÒ INSEGNARE PER CORRISPONDENZA

Ho davanti a me un sacchetto di cipolle disidratate.
Le cipolle secche possono essere considerate simili alle parole scritte. Non si può dire che siano l’esperienza originale (la cipolla), ma non si può neanche dire che siano niente di niente, in quanto hanno una potenzialità.
Se alle cipolle aggiungete dell’acqua calda, questa viene assorbita dal materiale disidratato. Nel giro di pochi minuti abbiamo qualcosa che sappiamo essere stata cipolla disidratata, ma che non è più la stessa cosa. Ora abbiamo delle “cipolle ricostituite”.
Non abbiamo cipolle nella loro forma integrale, e non abbiamo nemmeno delle cipolle fresche, ma abbiamo qualcosa che ci permetterà di riconoscere le cipolle fresche quando le vedremo e le assaggeremo. Rispetto alle cipolle disidratate c’è stato un progresso.
L’esperienza originale è rappresentata dalle cipolle fresche. L’acqua è l’aggiunta di un elemento nuovo rappresentato dalle giuste condizioni di studio. Il risultato è qualcosa di commestibile, si tratta di un buon surrogato delle cipolle fresche; che contiene anche elementi nutritivi.
Chi dice: “Non si può far niente con le cipolle disidratate” (che equivale a dire: “Non si può ricavare niente da un libro”) si sbaglia. Chi dice: “Aspetterò (o cercherò) finché non avrò trovato delle cipolle fresche”, si sbaglia. Si sbaglia perché non si rende conto che non saprebbe riconoscere le cipolle “fresche” nel caso le vedesse. Queste cose vanno dette, anche se a malincuore; e le cose di questo tipo sono generalmente considerate provocatorie, mentre sono solo constatazioni.

Poniamo dunque come principio l’enunciato “Voi potete ricavare qualcosa da un libro”. Questo qualcosa potrebbe essere talmente importante da portarvi a riconoscere la cosa vera. Quindi, in molti casi diventata fondamentale.
Ma perché bisogna che la gente creda che in un libro non ci sia niente di paragonabile ad un’esperienza “fresca”? Unicamente perché non sa che è necessario che siano riunite  alcune condizioni (analoghe all’acqua aggiunta alle cipolle disidratate) prima che possa raggiungere qualcosa. L’obiettivo sufi consiste nel contribuire a fornire sia l’acqua sia la cipolla  disidratata, affinché le cipolle fresche possano essere offerte nel momento giusto.

UMILTÀ’

Se nelle tecniche dell’insegnamento tradizionale si tende ad inculcare un atteggiamento realmente “umile” verso la vita e verso la conoscenza, è soprattutto per dare alla gente i mezzi per adottare un punto di vista che le permetta di “avvicinare le cipolle sotto qualunque forma si presentino”.
Naturalmente questi insegnamenti assumono molto presto, nelle mani di persone inadatte, una piega moralista. Ciò avviene perché queste persone cercano un sostegno logico all’insegnamento della pazienza e dell’umiltà, che non tardano a trovare: “L’umiltà è un bene per la società,  rende gli uomini buoni, puri ecc.” Ciò significa porsi a livello sociale e non a livello metafisico. Se siete “umili”, ciò vi potrà essere utile nella vita di tutti i giorni. Se non lo siete, non raggiungerete nulla a un livello superiore.
Chi non può adottare un atteggiamento “umile” verso ciò che gli è stato proposto di studiare, sarà incapace di studiare. Contrariamente a ciò che generalmente si suppone, la domanda “Perché dovrei obbedire a qualcosa che non conosco?” non si pone più. È una domanda nulla, perché chiunque si trovi a questo stadio non è in grado né di obbedire, né di disobbedire e non può continuare che a fare domande e a recriminare; non ha la facoltà di scegliere. La domanda è senza fondamento e non ha bisogno di una risposta, a meno che non si voglia dare una semplice descrizione dello stato di chi la pone. Tutto ciò che si può sperare è che nella descrizione fatta questi riesca a riconoscere la sua condizione e a modificare di conseguenza il suo atteggiamento.
Tuttavia, quasi sempre la gente segue indicazioni secondarie come se fossero fondamentali e i Maestri Sufi devono tenere conto di questa tendenza. Talvolta escogitano volutamente degli “shock” per mettere in evidenza la natura limitata del pensiero del candidato, e aiutarlo a capirsi in profondità e, quindi, per aprirgli nuove prospettive che gli diano la possibilità di imparare.

Idries Shah, da “Imparare ad imparare. Psicologia e spiritualità nella via del sufi”, 1978

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