Musichiamo

Borghesia

24.09.2022
“Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia
Sei contenta se un ladro muore o se si arresta una puttanaSe la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campanaSei soddisfatta dei danni altrui, ti tieni stretta i denari tuoiAssillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testaTi raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paesePresti ascolto all’omelia, rinunciando all’osteriaCosì grigia e così per bene, ti porti a spasso le tue catene
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu siaIo non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia
Godi quando gli anormali son trattati da criminaliE chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e gli intellettualiAmi ordine e disciplina, adori la tua PoliziaTranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare
Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazioneAlterando bilanci e conti, fatture e bolle di commissioneSai mentire con cortesia, con cinismo e vigliaccheriaHai fatto dell’ipocrisia la tua formula di poesia
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu siaIo non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia
Non sopporti chi fa l’amore più di una volta alla settimanaO chi lo fa per più di due ore o chi lo fa in maniera stranaDi disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artistaOppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista, ex
Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispettoSempre fissa lì a scrutare un orizzonte che si ferma al tettoSempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossaE sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani
Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa miaPer piccina che tu sia il vento un giorno, forse, ti spazzerà via”
Claudio Lolli, “Borghesia”, dall’album “Aspettando Godot”, 1972
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Nell’immagine: George Grosz, “I pilastri della società”, 1926

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