Epistolario

Lettere dal fronte: 1915-1918

28.10.2022
“Caro Padro
Me disi che gli affari de la campagna i va mal e che gavemo sbaglià de fare il contadino. Tutti i sbaglia a cuesto mondo e la se la guerra che fa sbagliare.
Ma se nasco un’altra volta e che m’accorgo che ghe la guerra; torno indrio.
Vendi pure il vitello e magna, ostaria. Se ritorno rimedieremo tuto.
Ti bacio, tuo figlio”
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“Caro cognatto
Vi scrivo per farti sapere che sto bene e sono in prima ligna, così spero di voi.
Domani al Paese ce la fiera degli asini, mi dispiace di non essere presente per bere un fiasco in vostra compagnia. Pazianza. Speriamo venga prasto la santa pace con la quale vi saluto”.
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“Cara Moglie
Goilo con piacere che il parto è andato bene e che m’hai accresciuto d’una bella bambina. Io non posso venire, pazienza. Fai pure battezxarla ma devi metterle il nome di Pace.
Io spero di poter venire per quanto la nostra figlia farà la Santa Comunnione. Fatti coraggio e spera sempre in Dio. Tanti baci a tutti e mi dico tua aff.mo marito”.
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Foto tratta dal sito di Poste Italiane
Cartolina Postale del 24 marzo 1916
Cara mamma,
stanotte è stata la prima che ho passato al fronte. Ho dormito comodissimamente senza sentire punto freddo e pensare che mi trovavo oltre i 2000 m. Come vi dissi ieri, sono destinato alla 7ma compagnia e più precisamente al 4° plotone. Non ho veduto ancora nessun alleronese perché la maggior parte stanno al 3o battaglione mentre io sono al secondo. Ho già ricevuto l’entrata in campagna e quando fra qualche giorno andremo a riposo vi spedirò ciò che non mi abbisogna…
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Cartolina Postale del 25 marzo 1916
Caro babbo,
non so se avete ricevuto nessuna mia. Io ho scritto molte volte; appena vi giunge il mio indirizzo rispondetemi. Scrivetemi molto perché desidero di leggere molto. Questa notte sono stato per la prima volta in trincea. Te lo figuri, neh, tuo figlio davanti al nemico di notte mentre infuria la tormenta? eppure ti dico che non ho avuto freddo; e poi per la grandezza d’Italia sapremo sopportare ben altre cose…
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Cartolina Postale del 26 Marzo 1916 dalle terre irredente
Mia cara Vilge,
ho già scritto a babbo e mamma ed ora mi rivolgo a te. Io possibilmente vi scriverò ogni giorno, ma non vi dovete allarmare se qualche volta mancherò alla mia promessa perché quando si è in trincea non si ha sempre la possibilità di potere scrivere. Farai intanto tanti saluti a Lola, a Filomena, a Eusebio e digli che faccia dei buoni fuochi e si riscaldi anche per parte mia, specialmente poi a Dario. Saluti a nonno, agli zii, a tutti . Tante cose all’Ada; come sta? cammina ancora? oppure sta sempre a divertirsi, a giocare a tombola? Si ricordi che l’ho sfidata a correre per quando ritorno e adesso mi alleno quassù.
Dopodomani o al più tardi il 29 andremo a riposo…
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Cartolina Postale del 27 Marzo 1916 dalla trincea
Cara mamma,
ti scrivo dalla trincea a poca distanza dal nemico. La giornata è splendida ed un sole veramente primaverile ci consola un po’. Dinanzi a questa estensione infinita di neve, in mezzo a tanta esuberanza di candidissima luce, su queste eccelse vette, a pochi passi dalle dolomiti mi sento grande; grande come immensa distesa di neve, grande come gli ideali della patria. Giunge di tanto in tanto qualche colpo di cannone, ma gli artiglieri nemici tirano male. Domani è il mio onomastico; attendo per oggi vostre lettere: le attendo ansiosamente; spero che stasera quando torno ai baraccamenti ne troverò…
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Cartolina Postale del 28 Marzo 1916 dal fronte
Babbo mio,
oggi è il mio onomastico. Come dissi ieri a mamma attendevo lettere ma la posta non è ancora venuta, spero che fra poco giungerà e possa avere qualche cosa di straordinario dagli altri giorni, come per festeggiarlo. D’altra parte ho pensato però anche a festeggiarlo, perché siccome oggi non sono ai posti avanzati ho mandato a prendere dello “champagne” per fare un po’ di festa con gli altri ufficiali della compagnia. Scenderemo a riposo il 31 ed allora vi scriverò lettere, poiché ora non ne ho la possibilità…
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Cartolina Postale del 30 Marzo 1916 dal fronte
Cara mamma,
ieri non ti ho potuto scrivere perché ebbi molto da fare in trincea. I signori austriaci tirarono i soliti “ta-pum” con i soliti effetti di far ridere molto. Però stanotte nel tornare dalla trincea ho passato qualche momento brutto, causa una orribile tormenta. Ma ora è più nulla. Attendevo da due giorni vostre lettere ma non ho ancora ricevuto nulla. La posta oggi non è ancora giunta; in essa spero che ci sarà qualche cosa. Domani a notte scenderemo a riposo. Allora ti scriverò lunghissime lettere. Quando scrivete, scrivete molto ma molto; ditemi tutto quello che accade costaggiù nella nostra Italia per la quale combattiamo…
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Lettera del 31 Marzo 1916 dalle trincee
Caro babbo,
oggi mi sono inteso per la prima volta fischiare le palle vicino. Stamane pareva che i signori austriaci l’avessero proprio con me. Mentre stavo ispezionando le vedette mi hanno tirato due fucilate l’una più vicina dell’altra. Non sono stato ad attendere la terza che molto probabilmente avrebbe avuto l’ardire di farmi la pelle; ma mi sono appostato dietro una feritoia ad attendere che l’audace nemico mostrasse la sua testa, per restituirgli quello che mi aveva mandato; ma ho atteso per un’ora inutilmente. Ebbene andrà per un’altra volta. Non ho ancora ricevuto vostre lettere e ciò comincia ad impazientirmi più delle pallottole tedesche. Stanotte scenderemo a riposo. Domani sera vi scriverò una lettera…
Aspirante ufficiale Sisto Monti Buzzetti

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