Linguaggi

I misteri intorno a noi…

18.11.2022

“La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso di mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza.”

Albert Einstein, da “Come io vedo il mondo”, 1934

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Cos’era
I
Era impossibile da immaginare, impossibile
da non immaginare; il suo azzurro, l’ombra che lasciava,
che cadeva, riempiva l’oscurità del proprio freddo,
il suo freddo che cadeva fuori di se stesso, fuori di qualsiasi idea
di sé descrivesse nel cadere; un qualcosa, una minuzia,
una macchia, un punto, un punto entro un punto, un abisso infinito
di minuzia; una canzone, ma meno di una canzone, qualcosa che affoga
in sé, qualcosa che va, un’alluvione di suono, ma meno
di un suono; la sua fine, il suo vuoto,
il suo vuoto tenero, piccolo che colma la sua eco, e cade,
e si alza, inavvertito, e cade ancora, e così sempre,
e sempre perché, e solo perché, essendo stato, era…
II
Era l’inizio di una sedia;
era il divano grigio; era i muri,
il giardino, la strada di ghiaia; era il modo in cui
i ruderi di luna le crollavano sulla chioma.
Era quello, ed era altro ancora; era il vento che azzannava
gli alberi; era la congerie confusa di nubi, la bava
di stelle sulla riva. Era l’ora che pareva dire
che se sapevi in che punto esatto del tempo si era, non avresti
mai più chiesto nulla. Era quello. Senz’altro era quello.
Era anche l’evento mai avvenuto – un momento tanto pieno
che quando se ne andò, come doveva, nessun dolore riusciva
a contenerlo. Era la stanza che pareva la stessa
dopo tanti anni. Era quello. Era il cappello
dimenticato da lei, la penna che lei lasciò sul tavolo.
Era il sole sulla mia mano. Era il caldo del sole. Era come
sedevo, come attendevo ore, giorni. Era quello. Solo quello.
Mark Strand, da “L’inizio di una sedia”, Traduzione di Damiano Abeni, 1999
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Edouard Boubat, “Autoritratto col gatto”, New York, 1989
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Grandi misteri abitano la soglia del mio essere
“Grandi misteri abitano
la soglia del mio essere,
la soglia dove esitano
grandi uccelli che fissano
il mio tardivo andar aldilà di vederli.
Sono uccelli pieni di abisso,
come ci sono nei sogni.
Esito se scandaglio e medito,
e per la mia anima è cataclisma
la soglia dove essa sta.
Allora mi sveglio dal sogno
e mi rallegro della luce,
seppure di malinconico giorno;
perché la soglia è paurosa
e ogni passo è una croce.”
Fernando Pessoa
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Misteri

 

“Tutti abbiamo un mistero
e come è logico ignoriamo
quale sia la chiave il segreto
ne sfioriamo i confini
ne collezioniamo le spoglie
ci smarriamo negli echi
e lo perdiamo nel sonno
proprio quando stava per svelarsi

e anche tu hai il tuo
misteriuccio così semplice
che le imposte non lo nascondono
né lo eliminano i presagi
è nei tuoi occhi e li chiudi
è nelle tue mani e le sposti
è nei tuoi seni e li copri
è nel mio mistero e lo abbandoni”

 

Mario Benedetti (poeta uruguayano) , da “L’amore, le donne e la vita, 2019

 

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Mistero per la strada

 

“Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
Ma non si svegliò.

Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino
Tra la gente nei raggi di sole
Forti e impazienti.

D’un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti –
Un museo di farfalle.

Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.”

 

Tomas Tranströmer, “Mistero per la strada”

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Foto di Noell Oszvald, 1991

 

 

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L’unica frontiera che ci rimane è il mondo dell’intangibile

 

“L’unica frontiera che ci rimane è il mondo dell’intangibile.
Tutto il resto è cucito troppo stretto.
Ingabbiato da troppe leggi.
Per intangibile la mamma intendeva internet,
i film, la musica, le storie, l’arte, le voci che corrono, i programmi per computer, tutto ciò che non è reale.
Le realtà virtuali.
Le simulazioni.
La cultura.
L’irreale è più potente del reale.
Perché la realtà non arriva mai al grado di perfezione cui può spingersi l’immaginazione. Perché soltanto ciò che è intangibile, le idee, i concetti, le convinzioni, le fantasie, dura.
Le pietre si sgretolano.
Il legno marcisce.
La gente, beh… la gente muore.
Ma le cose fragili, come un pensiero, un sogno, una leggenda, durano in eterno.”
Chuck Palahniuk, da “Soffocare”, 2001
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David Durall (artista digitale americano)
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Sola non posso essere
“Sola non posso essere
poiché schiere mi visitano
compagnia senza traccia
che elude chiavi
Non hanno vesti, né nomi
non almanacchi, né armi
ma case diffuse come gnomi
Il loro venire è annunciato
da messaggeri interiori
Il loro andare non lo è
poiché non vanno mai.”
Emily Dickinson
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Ci sono panchine
“Ci sono panchine
tavolini
punti precisi di strade
che collegati in un reticolo
formano il disegno di
un’ altra vita
In cui potremmo amarci
Fu il primo gioco della Settimana Enigmistica
cui sono stato ammesso da bambino
e non sapevo
che era il più importante.”
Michele Mari, da “Cento poesie d’amore a Ladyhawke”, 2007
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In evidenza: Foto di Arianna Arcangeli

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