Affabulazioni

La saggezza di Merlino

22.11.2022

“Il rimedio migliore quando si è tristi — replicò Merlino, cominciando ad aspirare e mandar fuori boccate di fumo — è imparare qualcosa. E’ l’unico che sia sempre efficace.

Invecchi e ti tremano mani e gambe, non dormi alla notte per ascoltare il subbuglio che hai nelle vene, hai nostalgia del tuo unico amore, vedi il mondo che ti circonda devastato da pazzi malvagi, oppure sai che nelle chiaviche mentali di gente ignobile il tuo onore viene calpestato. In tutti questi casi, vi è una sola cosa da fare: imparare. E’ l’unica cosa che la mente non riesca mai ad esaurire, mai ad alienare, mai a esserne torturata, mai a temere o a diffidarne, mai a sognarsi di essersene pentita. Imparare è il rimedio per te. Guarda quante cose ci sono da imparare! La scienza pura — unica purezza esistente. Puoi passare l’intera vita a studiare l’astronomia, tre anni la storia naturale, sei la letteratura. Poi, dopo aver esaurito un milione di esistenze sulla biologia, la medicina, la critica teologica, la geografia, la storia e l’economia, puoi cominciare a costruire la ruota di un carro con il legno adatto, oppure passare cinquant’anni a imparare come si comincia ad imparare a battere il tuo avversario alla scherma. Dopo di che, puoi riprendere dalla matematica, finché è tempo che impari ad arare la terra.”

Terence Hanbury White, da “Re in eterno” (1958), ripubblicato successivamente come “Il Re che fu, il Re che sarà” (“The Once and Future King”)

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