Fosforescenze

Gli alberi raccontano…

26.11.2022
“Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto.”
Rabindranath Tagore, da “Lucciole”
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“Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, percepisce la verità. Essi non predicano dottrine e ricette ma predicano, noncuranti del particolare, la legge primordiale della vita.”
Hermann Hesse, daVagabondaggio”, 1920
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“Quando un albero è stato segato tutt’intorno alla base e mostra al sole le nude ferite mortali, allora sui lembi lucenti del suo ceppo e del suo sepolcro si può leggere l’intera sua storia; negli anelli e nelle concrescenze si trova fedelmente annotata ogni lotta, ogni dolore, ogni malattia, ogni felicità e crescita, anni miseri e anni rigogliosi, attacchi respinti, superate tempeste.”
Hermann Hesse, daVagabondaggio”, 1920
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“Gli alberi sono sempre stati per me i più assidui predicatori. Io li venero, quando vivono in popolazioni e famiglie, in boschi e foreste. E più ancora li venero quando se ne stanno soli. Essi sono come dei solitari. Non come eremiti che si siano sottratti a una qualche propria debolezza, ma come grandi uomini solitari. […] Nelle loro cime stormisce il mondo, le loro radici riposano nell’infinito; sono i soli a non sperdervisi, ma anzi con ogni energia della propria esistenza essi tendono a un unico scopo: portare a compimento la legge che in loro dimora, realizzare la propria intima fisionomia, interpretare se stessi. Niente è più santo, niente è più significativo di un bell’albero forte.”
Hermann Hesse, da “Vagabondaggio”, 1920

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“Gli alberi hanno lunghi pensieri, dilatati e quieti, così come hanno una vita più lunga della nostra. Sono più saggi di noi, sino a che non diamo loro ascolto. Ma non appena abbiamo imparato ad ascoltarli, allora la brevità, la rapidità e la precipitazione infantile dei nostri pensieri assume una letizia senza pari. Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi, non desidera più essere un albero. Desidera soltanto essere ciò che è.”

Hermann Hesse, da “Vagabondaggio”, 1920
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“Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici, e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni. Pensa che in un albero c’è un violino d’amore. Pensa che un albero canta e ride. Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita. Te l’ho già detto: i poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire.”
Alda Merini, da “L’anima innamorata”, 2000
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“Quando abbattevano un albero, i boscaioli bavaresi si toglievano un tempo il berretto e pregavano Dio di concedergli l’estremo riposo. C’è una religiosità del legno; il suo fiorire e il suo invecchiare fanno sentire un albero come un fratello. Nessuna creatura vivente può restare esclusa dalla redenzione o venire cancellata dall’eternità; come i personaggi di Singer, dovremmo recitare il “Kaddish”, la preghiera funebre, per la farfalla che muore e la foglia che cade.”

Claudio Magris, da “Danubio”, 1986

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“Sotto la terra ci sono le tenebre, riposa la profonda oscurità. Come prima della creazione del mondo… Sopra la terra c’è la luce. L’albero è l’unione di questi due mondi. Porta la luce al vuoto tenebroso. Porta, al fondo della terra, l’aria di cui necessita per ricostruirsi e fornire la vita.”

Ignácio de Loyola Brandão, da “Non vedrai paese alcuno”, 1981

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“Un albero diventato semplice cosa, utilità, ornamento, dopo che fu abitazione vivente di esseri divini, sede di una forza soprannaturale, traccia visibile di una divinità, non è più salvabile.”

Guido Ceronetti, da “La carta è stanca”, 1976

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“Il frutto è cieco. Chi vede è l’albero.”
René Char, da “Fogli d’Hipnos”, 1946
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“In un giardino pubblico, questo cartello: «A causa dello stato (età e malattia) degli alberi, si è proceduto alla loro sostituzione». Il conflitto delle generazioni, anche qui! Al semplice fatto di vivere, sia pure per un vegetale, è apposto un coefficiente fatale. Perciò si è contenti di respirare soltanto quando si dimentica di essere vivi.”
Emil Cioran, da “Squartamento”, 1979
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“Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo. Noi li abbattiamo e li trasformiamo in carta per potervi registrare, invece, la nostra vuotaggine. “
Kahlil Gibran, da “Sabbia e spuma”, 1926
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“Il primo uomo mette l’intimo del frutto, il nocciolo, sotto la terra che lo produsse, per gratitudine e sacrificio. E la terra crea un nuovo albero.”
Christian Friedrich Hebbel, da “Diario”
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“Ma che paradiso è quello in cui cresce, tra gli altri, un albero dal frutto proibito?”
Giovanni Soriano, da “Maldetti”, 2007
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“Entrate nella foresta, intraprendete il punto più buio, dove non c’è sentiero. Dove c’è un sentiero, è il sentiero di qualcun altro.”

Joseph Campbell

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“Gli alberi sono poesie che la terra scrive sul cielo”
Khalil Gibran

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