Affabulazioni

Piccola stazione

06.12.2022
“Piccola stazione, piccola stazione, quanta felicità ti devo.
Guardi da tutti i lati, a destra, a sinistra e anche dietro. I tuoi stendardi garriscono perdutamente, perché soffrire? Lasciamo stare, non siamo già abbastanza numerosi? Tracciamo con il gesso bianco o il carbone nero la felicità e il suo enigma; l’enigma e la sua affermazione. Sotto i portici ci sono delle finestre; a ogni finestra un occhio ci guarda e dietro delle voci ci chiamano. È a noi che viene, la felicità della stazione, è da noi che esce trasfigurata. Piccola stazione, piccola stazione, sei un giocattolo divino. Quale Zeus distratto ti ha dimenticata su questa piazza così quadrata e così gialla, vicino a questo getto d’acqua così limpido e conturbante? Tutte le tue bandierine garriscono insieme sotto la vertigine del cielo luminoso. Dietro i muri la vita scorre come una catastrofe. Ma che t’importa di tutto questo?…
Piccola stazione, piccola stazione, quanta felicità ti devo.”
Giorgio De Chirico, “Il canto della stazione” (“Le chant de la gare”) da “La casa del poeta”
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Nell’immagine: La stazione di Volos (Grecia), progettata da Evaristo De Chirico, padre di Giorgio

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