Affabulazioni

Piccola storia di un dolce bacio…

14.12.2022

Il bacio incriminato, forse il più celebre (con buona grazia dei suoi ben più artistici e/o carnali colleghi), ma sicuramente il più dolce, è proprio lui: il Bacio Perugina...

E pensare che doveva  chiamarsi “Cazzotto”! Non solo:  era stato concepito come un dolce non destinato – come si potrebbe pensare – a soddisfare i palati più esigenti, ma per utilizzare i residui di lavorazione di altri prodotti…più illustri.

Ma procediamo con ordine. Siamo negli anni Venti: Luisa Spagnoli, che ha da poco ereditato la Perugina dal marito Annibale, ha in mente di creare un nuovo prodotto e, per non sprecare niente, lo progetta come un mix di cioccolato gianduia e granella di nocciole, il tutto dolcemente avvolto dal velluto amarognolo del fondente Luisa. Il neonato prodotto, però, un po’ come tutti i neonati che si rispettano, pur essendo tenero (in questo caso al palato, più che agli occhi),  non è precisamente carino, visto che assomiglia vagamente…ad un cazzotto.  Omen nomen: così è stato battezzato. Però converrete con me che come nome non è precisamente romantico. Guai all’innamorato che osasse omaggiare il suo amato-bene con una scatola di cazzotti! Per fortuna Giovanni Buitoni , compagno di una vita di Luisa Spagnoli, da bravo romanticone ci mette del suo: cambia il nome incriminato in quello di “Bacio” e ne modifica la forma rendendola un pochino più aggraziata.

A questo punto – ciliegina sulla torta (si fa per dire!) – ecco scendere in campo Federico Seneca (pittore e grafico), che inventa per il cazzotto aka bacio un look accattivante e degno di lui. Ispirandosi al  celebre Bacio di Hayez, pennella le note di un pastoso blu notturno che fanno da sfondo al bacio appassionato di due amanti.

Il nostro Federico Seneca, però, non si limita a questo: da vero birichino qual era o si diceva che fosse,  traendo ispirazione, questa volta, dai messaggini d’amore che – a quanto si vociferava – Luisa Spagnoli mandava a Giovanni Buitoni, nascosti in mezzo ai cioccolatini, inventò i famosi cartigli che tuttora avvolgono i Baci. In realtà quelli originari erano decisamente più piccanti: “Meglio un bacio oggi che una gallina domani” – capitava di leggerci; oppure: “Se puoi bacia la padrona e non la serva”; “Un bacio senza barba è una zuppa senza sale.” Se però Federico se la spassava, non altrettanto godevano i destinatari, soprattutto se latinisti DOC, visto che i bigliettini erano firmati Seneca.

    Francesco Hayez, “Il bacio”, 1859

 

Così, a poco a poco, le cose cambiarono e soprattutto le frasi contenute nei piccoli cartigli, che diventano sempre più in linea con la dolcezza di quel piccolo cuore di nocciola e con il suo romantico involucro:

 

Lancia il tuo cuore davanti a te, e corri a raggiungerlo.
(Proverbio arabo)

 

Le loro labbra erano quattro rose su uno stelo, e nell’estate della loro bellezza si baciarono.
(William Shakespeare)

 

Chiunque ami… crede nell’impossibile.
(E. Barret Browning)

 

Amore non è guardarsi a vicenda; è guardare insieme nella stessa direzione.
(A. de Saint-Exupery)

 

Com’è soave l’amore quand’è sincero da entrambe le parti, è un airone bianco sulla neve: l’occhio non lo separa.
(Anonimo giapponese)

 

… E, nel1963, i bigliettini dei Baci Perugina esordiscono al cinema, niente di meno che con il film Otto e mezzo di Federico Fellini, in cui l’attore Jean Rougeul recita:

Se invece di buttarle via, si leggessero qualche volta le carte dei cioccolatini, si eviterebbero molte illusioni“.

 

Lascia un commento