Affabulazioni

La storia del lupo calunniato

03.01.2023
Il bosco era la mia casa. Abitavo lì e me ne prendevo cura. Cercavo di mantenerlo sempre pulito e ben sistemato. Un giorno soleggiato, mentre stavo raccogliendo la sporcizia che avevano lasciato in giro alcuni ragazzi, sentii dei passi. Corsi a nascondermi dietro un albero e vidi una ragazzina che scendeva lungo il sentiero, con un cesto in mano.
Mi sembrò subito sospetta perché era vestita in modo stravagante: tutta di rosso e con un cappuccio sulla testa, come se non volesse essere riconosciuta.
Ovviamente mi fermai per capire chi fosse e le chiesi come si chiamasse, dove stesse andando e cose del genere. Mi raccontò che stava portando il pranzo alla sua nonnina e mi sembrò una persona onesta. In ogni caso si trovava nel mio bosco e aveva un’aria sospetta con quello strano cappuccio, quindi le dissi semplicemente che poteva essere pericoloso attraversare il bosco senza aver chiesto il permesso e, oltretutto, con degli abiti così appariscenti.
La lasciai proseguire lungo il sentiero e poi presi di corsa una scorciatoia per arrivare prima di lei a casa di sua nonna. Quando vidi quella simpatica vecchietta, le spiegai cos’era successo e anche lei fu d’accordo con me: sua nipote aveva bisogno di una bella lezione. Quindi, decise di nascondersi sotto il letto, mentre io indossai la sua camicia da notte e m’infilai sotto le coperte.
Quando la piccola arrivò, la invitai ad entrare. Si sedette accanto al letto e la prima cosa che disse fu un commento poco carino sulle mie grandi orecchie. Anche prima mi aveva detto delle cose poco educate, ma feci ciò che potevo per difendere le mie orecchie e le dissi che grazie ad esse potevo sentirla meglio.
Le dissi anche che mi piaceva molto la sua voce e che avrei voluto che mi raccontasse una storia. Lei, però, non mi ascoltò, e fece subito un altro commento sui miei occhi troppo sporgenti.
Come potrete immaginare, quella bambina dall’aria così educata, che però non faceva altro che insultarmi, iniziò a starmi un po’ antipatica. Ma visto che era mia abitudine porgere l’altra guancia, le dissi che i miei occhi grandi mi servivano per vederla meglio.
L’insulto successivo, però, mi ferì davvero. So bene che i miei denti non sono bellissimi, ma il suo commento fu davvero fastidioso. Quindi, anche se feci il possibile per controllarmi, finii col saltare fuori dal letto per dirle furioso che i miei denti mi servivano per mangiarla meglio!
Ora, siamo onesti, lo sanno tutti che nessun lupo mangerebbe mai una bambina. Ma quella piccola pazza iniziò a correre per casa urlando, mentre io le andavo dietro per cercare di calmarla. Finché all’improvviso non si spalancò la porta e vidi che fuori c’era un guardaboschi con un’ascia in mano.
La cosa peggiore è che ormai mi ero tolto il travestimento da nonna, e capii subito che mi ero cacciato in un bel guaio. Senza pensarci due volte, mi fiondai fuori da una finestra aperta e corsi più veloce che potei.
Mi piacerebbe dire che il tutto si concluse così, ma purtroppo la nonnina non si decise mai a raccontare la verità.
Poco dopo, iniziarono a girare voci che mi etichettavano come un tipo antipatico e cattivo, e tutti iniziarono a evitarmi. Non so che cosa ne sia stato di quella stravagante ragazzina con un cappuccetto rosso, ma da quel giorno io non ho mai più vissuto in pace.
Lies Feran
*****
Stampa di Giulia Caliò

Lascia un commento