Affabulazioni

Peer Gynt

08.02.2023
“(Peer, ormai vecchio, torna lì da dove era partito)
I GOMITOLI –
Noi siamo i pensieri
che avresti dovuto pensare
Avremmo voluto,
per far della strada, dei piedi.
PEER –
Ad uno di voi
ho dato vita…
e cosa ne è nato?
Un maledetto storpio
LE FOGLIE SECCHE –
Noi siamo gli aforismi
che tu dovevi dire.
Invece ci hai costrette
a stare inoperose.
Siamo ridotte, adesso, come qui tu ci vedi:
dai vermi divorate,
sul punto di marcire
e mai potremmo fare corona intorno a un frutto!.
PEER –
Non è del tutto inutile l’avervi fatto nascere: allegre, servirete da concime!
BISBIGLI NELL’ARIA –
Noi siamo le canzoni
che non hai mai cantato. Perché ci hai soffocate? Perché non ci hai cantate? Nel fondo del tuo cuore ansiose, aspettavamo. Perché non ci hai chiamate?
Perché ci hai soffocate? Veleno nella gola
saremo noi per te…
LE GOCCE DI RUGIADA – Siamo le lacrime
che non hai mai versato. Avremmo sciolto il ghiaccio
che t’incrostava il cuore! ormai s’è fatto duro,
è troppo anche per noi.
Non c’è niente da fare
I RAMI SPEZZATI –
Siamo le grandi imprese che tu potevi compiere:
t’ha trattenuto il dubbio, quel dubbio che ci ha uccise.
Verremo tutte assieme, quando starai morendo, verremo ad accusarti,
ti narreremo tutto.
Vedrai, saran dolori!
PEER –
Canaglie, come osate? Vorreste addebitarmi
pure quello che non ho fatto?”
Henrik Ibsen, da “Peer Gynt”, 1867, Atto V, quadro 6

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