Linguaggi

Dolci inganni

03.03.2024
“Io tutti
De la prima stagione i dolci inganni
Mancar già sento, e dileguar da gli occhi
Le dilettose immagini, che tanto
Amai, che sempre infino a l’ora estrema
Mi fieno, a ricordar, bramate e piante.”
Giacomo Leopardi, da “L’Epistola al conte Carlo Pepoli”, composta a Bologna nel marzo del 1826 e recitata dal Poeta all’Accademia dei Felsinei, della quale il conte Pepoli era vicepresidente. 
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Illusione ottica
“L’ape agitata sulla testa del gufo in sosta
sul cappello della bambina che cammina
sulla groppa del cavallo che galoppa
lungo la strada polverosa.
Però, in verità
l’ape, il gufo, la bambina e il cavallo
sono immobili figure,
a correre,
selvaggia
è soltanto la strada.
Jorge Boccanera, da “Sordomuta” – Traduzione di Verónica Becerril e Alessio Brandolini
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Splash
“L’illusione è che tu semplicemente
stia leggendo questa poesia.
la realtà è che questa è
più di una poesia.
questo è il coltello di un accattone.
è un tulipano.
è un soldato che marcia
attraverso Madrid.
questo sei tu sul tuo
letto di morte.
questo è Li Po che ride
sottoterra.
no, non è una dannata poesia.
è un cavallo che dorme.
una farfalla dentro
il tuo cervello.
questo è il circo
del diavolo.
e non la stai leggendo
su una pagina.
è la pagina che legge
te.
la senti?
è come un cobra.
è un’aquila affamata
che sorvola la stanza.

questa non è una poesia.
la poesia è barbosa,
ti fa venire
sonno.

queste parole ti incitano
a una nuova
follia.

ti ha toccato la grazia,
sei stato spinto
dentro una
abbacinante regione di luce.

adesso l’elefante
sogna insieme
a te.
la volta dello spazio
curva e ride.

adesso puoi morire.
tu puoi morire adesso come
si doveva morire da uomini:
grande,
vittorioso,
con l’orecchio alla musica,
essendo tu la musica,
che romba,
romba,
romba.

 

Charles Bukowski, “Splash”

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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo

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