Musichiamo

Gastone

13.03.2024
“Gastone, artista cinematografico
Artista del varieté, danseur, disseur
Frequentatore dei bal-tabarins
Conquistatore di donne a getto continuo
Uomo che emana fascino
È una satira afferrata al “bell’attore” fotogenico affranto
Compunto, vuoto, senza orrore di se stesso
Gastone, sei del cinema il padrone
Gastone, Gastone
Gastone, ho le donne a profusione
E ne faccio collezione
Gastone, Gastone
Sono sempre ricercato
Per le filme più bislacche
Perché sono ben calzato
Perché porto bene il fracche
Con la riga ho il pantalone
Gastone, Gastone
Tante mi ripeton: “Sei elegante
“Bello, non ho niente nel cervello
Raro, io mi faccio pagar caro
Specialmente alle pensione
Gastone, Gastone
Io sono un creatore, un inventore
Vengo da una famiglia di inventori, di creatori
Mia sorella, Lina, è una creatrice, tutti lo sanno: Creolina
Mio padre ha inventato la macchina per tagliare il burro
Un pezzettino di legno con un fil di ferro
Mia madre studiava economia
Aveva il senso del calcolo sviluppato fino alla genialità
Figuratevi, io mi chiamo Gastone, lei mi chiamava Tone
Tone, per risparmiare il gas
A me mi ha rovinato la guera
Se non c’era la guera a quest’ora stavo a Londra
I londrini vanno pazzi per me
Io sono molto ricercato nel parlare, nel vestire, ricercato dalla questura
Sono un grande musicista
Canto, ballo, trasporto, Gondrand mi voleva
Come musicista dovevo andare a Londra
Dovevo musicare l’orario delle ferrovie
E poi sono grande nella dizione
Sono il fine dicitore, il cantante aristocratico
Adesso vi faccio sentire tutto il succo del mio ingegno
Con un saggio della mia dizione
Io sono come vi ho detto il fine dicitore
E tutto ciò che dico è veramente profondo
Io non ci tengo, né ci tesi mai
Però fate attenzione a questo mio soliloquio così denso di pensiero
Non fermarsi alla superficie, ascoltare bene quello che c’è dentro, quello che c’è sotto
È il mio motto: “sempre più dentro, sempre più sotto”
Se l’ipoteposi del sentimento personale prostergando i prologomeni della sub-coscienza
Fosse capace di riintregrare il proprio subbiettivismo alla genesi delle concominanze
Allora io rappresenterei l’autofrasi della sintomatica contemporanea
Che non sarebbe altro che la trasmificazione sopolomaniaca
Hehehehe, che ve ne pare? Che bel talento eh?
Ma io non ci tengo, né ci tesi mai
Io sono molto ricercato anche perché porto molto bene il frac
E quando porto il fracche, ovunque io vado
Porto quell’onda di signorilità che manca agli altri comici del varietà
Io sono nato col frac
Anzi, quando sono nato mia madre mica mi ha messo le fasce
Macché, un fracchettino
Camminavo per casa, sembravo una cornacchia
Gastone, sei davvero un bell’Adone
Gastone, Gastone
Gastone, con un guanto a pendolone
Vado sempre a pecorone
Gastone, Gastone
Ogni cuor si accende e arde perché c’ho gli occhioni belli
Le basette a la Bonnardi ed i gesti alla Borelli
Misterioso come Ghione
Gastone, Gastone
Bice, solo lei mi fa felice
Gemma, ama solo la mia flemma
Rina, lei per me è la cocaina
Se la prende a colezione
Pensando a Gastone
Ettore Petrolini, 1921

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